Discussione:
[HELP] Dimostrazione gradiente nullo. Un aiuto?
(troppo vecchio per rispondere)
Dario Bressanini
2005-11-07 10:45:23 UTC
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Ciao, ho bisogno di una mano.

supponiamo di avere una funzione z(x,y) continua e differenziabile di
variabili reali x e y scritta cosi': z = f(x,y)*g(x,y)

poste uguali a zero le due funzioni f e g, separatamente, definiscono
una curva nel piano (x,y) (sono due curve diverse ma non ha importanza
quali sono. possono essere due rette o cose piu' complicate)
Supponiamo che le due curve si intersechino in (0,0). Quindi f(0,0)=g(0,0)=0

Ora, e' facile vedere che il gradiente della funzione z e' nullo in
(0,0). Fin qui tutto ok.

Ora supponiamo di avere una funzione z(x,y) che non riesco a
fattorizzare algebricamente in un prodotto come quello sopra, pero'
graficamente vedo, disegnando gli zeri, che come prima ci sono due linee
dove z=0 che si intersecano in (0,0). Mi pare ovvio (credo) che anche in
questo caso il gradiente in (0,0) sia nullo, ma come faccio a
dimostrarlo rigorosamente? Posso comunque "far finta" che esistano due
funzioni (sconosciute) f e g tali che possa scrivere z = f(x,y)*g(x,y) ?
(magari eventualmente moltiplicate per una funzione h(x,y) positiva
ovunque?)

Spero di essere stato chiaro (e chiedo venia se e' una stupidaggine :) )

Dario
Valeri Astanoff
2005-11-07 14:02:35 UTC
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Ciao Dario,

Forse non capisco bene, pero, se considero
la funzione inseparabile z(x,y)=x+y+xy,
è nulla in (0,0), e il suo gradiente è
(1+y, 1+x) e non è nullo in (0,0)

Valeri
Dario Bressanini
2005-11-07 15:21:33 UTC
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Post by Valeri Astanoff
Forse non capisco bene, pero, se considero
la funzione inseparabile z(x,y)=x+y+xy,
è nulla in (0,0), e il suo gradiente è
(1+y, 1+x) e non è nullo in (0,0)
come temevo non mi sono spiegato bene. Allora supponiamo di avere una
funzione di x e y di cui so solo che i suoi zeri descrivono due curve
nel piano (x,y) che si intersecano in (0,0). Voglio dimostrare che in
zero il gradiente e' nullo. La tua funzione non ha due curve dove e'
nulla, ma solo una, e precisamente y=-x/(1+x)

Vi dico subito che poi mi interessa generalizzare a funzioni in N variabili.

Dario
Valeri Astanoff
2005-11-07 15:50:42 UTC
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Allora :
x + y + x^2 + y^2 + x*y
e ci sono due curve...
Dario Bressanini
2005-11-07 16:02:08 UTC
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Post by Valeri Astanoff
x + y + x^2 + y^2 + x*y
e ci sono due curve...
Veramente io ne vedo una sola, e precisamente un ellisse
Valeri Astanoff
2005-11-07 16:15:35 UTC
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Dipende da che cosa definisce come due curve.
È vero che è implicitamente una sola curva,
ma sono esplicitamente (y=...) due.
Mi sembra che se fosse due curve implicite
allora z sarebbe fattorizabile.

v.a.
Dario Bressanini
2005-11-08 09:08:25 UTC
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Post by Valeri Astanoff
Dipende da che cosa definisce come due curve.
È vero che è implicitamente una sola curva,
ma sono esplicitamente (y=...) due.
Sempre a cercare il pelo nell'uovo questi matematici :)
La curva e' una sola, che casomai posso esprimere come unione di due
funzioni.
A me interessa il caso in cui ho DUE curve che si intersecano.
Post by Valeri Astanoff
Mi sembra che se fosse due curve implicite
allora z sarebbe fattorizabile.
Ecco, questo voglio sapere. E' sempre possibile, anche se non riesco a
fattorizzare algebricamente, supporre che esistano due funzioni f(x,y) e
g(x,y) tali che ognuna definisca implicitamente, se posta uguale a zero,
una delle due curve di cui sopra, e tali che il loro prodotto e' uguale
alla mia funzione data? Se e' cosi' allora la dimostrazione che il
gradiente e' nullo e' semplice. ma non so se e' lecito immaginare sempre
una fattorizzazione

Dario
Tetis
2005-11-08 10:30:33 UTC
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Post by Dario Bressanini
Ciao, ho bisogno di una mano.
supponiamo di avere una funzione z(x,y) continua e differenziabile di
variabili reali x e y scritta cosi': z = f(x,y)*g(x,y)
poste uguali a zero le due funzioni f e g, separatamente, definiscono
una curva nel piano (x,y) (sono due curve diverse ma non ha importanza
quali sono. possono essere due rette o cose piu' complicate)
Supponiamo che le due curve si intersechino in (0,0). Quindi
f(0,0)=g(0,0)=0
Post by Dario Bressanini
Ora, e' facile vedere che il gradiente della funzione z e' nullo in
(0,0). Fin qui tutto ok.
Ora supponiamo di avere una funzione z(x,y) che non riesco a
fattorizzare algebricamente in un prodotto come quello sopra, pero'
graficamente vedo, disegnando gli zeri, che come prima ci sono due linee
dove z=0 che si intersecano in (0,0). Mi pare ovvio (credo) che anche in
questo caso il gradiente in (0,0) sia nullo, ma come faccio a
dimostrarlo rigorosamente? Posso comunque "far finta" che esistano due
funzioni (sconosciute) f e g tali che possa scrivere z = f(x,y)*g(x,y) ?
(magari eventualmente moltiplicate per una funzione h(x,y) positiva
ovunque?)
Spero di essere stato chiaro (e chiedo venia se e' una stupidaggine :) )
Dario
Bhe, ma hai una funzione differenziabile f(x,y) poi sai che
esistono due curve con vettori direttori non coincidenti in
zero e lungo cui f(x1(t),y1(t))=f(x2(t),y2(t)) = 0.
Lungo queste due direzioni le derivate sono nulle, discende
dal teorema di derivazione delle funzioni composte.
Sai che per funzioni differenziabili la derivata direzionale
e' pari al vettore gradiente per il versore direzionale.
Siccome hai due vettori indipendenti lungo cui la funzione
si annulla allora scrivi un sistema di rango due in due
equazione, uguagliato a zero e ne segue che l'unica
soluzione e' che il gradiente si annulli. Se i vettori direttori
di queste curve vengono a coincidere la situazione e'
piu' delicata. Sospetto si possa anche trovare un controesempio,
ma nel caso che le due curve tuttavia non coincidessero, sotto
opportune ipotesi circa la variabilita' del gradiente, dovrebbe
essere possibile dimostrare che il gradiente e' nullo.
Scusate se avessi ripetuto cose gia' dette, ma non ho avuto il
tempo di leggere tutto il thread.

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Dario Bressanini
2005-11-08 10:41:17 UTC
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Post by Tetis
ma nel caso che le due curve tuttavia non coincidessero, sotto
opportune ipotesi circa la variabilita' del gradiente, dovrebbe
essere possibile dimostrare che il gradiente e' nullo.
Grazie mille. La cosa e' generalizzabile? Se ho una funzione di N
variabili e due "ipersuperfici" a N-1 dimensioni che si intersecano,
dove la funzione e' nulla, nel "punto" di intersezione il gradiente e'
nullo?

Dario
Tetis
2005-11-08 10:45:54 UTC
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Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
ma nel caso che le due curve tuttavia non coincidessero, sotto
opportune ipotesi circa la variabilita' del gradiente, dovrebbe
essere possibile dimostrare che il gradiente e' nullo.
Grazie mille. La cosa e' generalizzabile? Se ho una funzione di N
variabili e due "ipersuperfici" a N-1 dimensioni che si intersecano,
dove la funzione e' nulla, nel "punto" di intersezione il gradiente e'
nullo?
Dario
Purche' i covettori non siano coincidenti. Infatti una delle
due superfici ospita N-1 vettori indipendenti lungo cui la
derivata e' nulla, l'altra ospita il vettore indipendente che
manca per completare la dimostrazione. Di che si tratta?
Di funzioni d'onda? Se si ho impressione che
si possa dire qualcosa di piu' generale ricorrendo
alla struttura di Slater delle funzioni d'onda insieme
alla circostanza che le funzioni componenti sono
lisce, purche' si consideri un insieme finito di funzioni base.


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Dario Bressanini
2005-11-08 10:52:21 UTC
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Post by Tetis
Di che si tratta?
Di funzioni d'onda? Se si ho impressione che
si possa dire qualcosa di piu' generale ricorrendo
alla struttura di Slater delle funzioni d'onda insieme
alla circostanza che le funzioni componenti sono
lisce, purche' si consideri un insieme finito di funzioni base.
BRAVO!! ho bisogno di aiuto proprio per quello. La seconda cosa che
avrei chiesto (in un altro topic) e' come si fa a dimostrare che se nel
punto di intersezione il Laplaciano e' nullo (come per le funzioni
d'onda) allora necessariamente due curve si incrociano ad angolo retto,
tre curve a 120 gradi etc,...
E molte altre domande :)

Dari
Tetis
2005-11-08 11:18:37 UTC
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Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Di che si tratta?
[cut]
Post by Dario Bressanini
La seconda cosa che
avrei chiesto (in un altro topic) e' come si fa a dimostrare che se nel
punto di intersezione il Laplaciano e' nullo (come per le funzioni
d'onda) allora necessariamente due curve si incrociano ad angolo retto,
tre curve a 120 gradi etc,...
E molte altre domande :)
Yuuum !
Post by Dario Bressanini
Dari
A presto allora.


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Tetis
2005-11-08 12:16:50 UTC
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Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Di che si tratta?
[cut]
Post by Dario Bressanini
La seconda cosa che
avrei chiesto (in un altro topic) e' come si fa a dimostrare che se nel
punto di intersezione il Laplaciano e' nullo (come per le funzioni
d'onda) allora necessariamente due curve si incrociano ad angolo retto,
tre curve a 120 gradi etc,...
E molte altre domande :)
Ma tu sai gia' le risposte o sono solo fatti che hai osservato
empiricamente?
Post by Tetis
Yuuum !
Post by Dario Bressanini
Dari
A presto allora.
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Dario Bressanini
2005-11-08 12:46:55 UTC
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Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
La seconda cosa che
avrei chiesto (in un altro topic) e' come si fa a dimostrare che se nel
punto di intersezione il Laplaciano e' nullo (come per le funzioni
d'onda) allora necessariamente due curve si incrociano ad angolo retto,
tre curve a 120 gradi etc,...
E molte altre domande :)
Ma tu sai gia' le risposte o sono solo fatti che hai osservato
empiricamente?
Di alcune (poche) so che e' cosi' come il fatto che i nodi (li chiamiamo
cosi' i punti dove f=0) si intersecano a due a due ad angolo retto. Di
questo ho visto uno schetch di dimostrazione ma non l'ho capita e volevo
capire se si poteva dimostrare in modo semplice (quella passava per i
numeri complessi)

Per altre cose ci sono solo evidenze empiriche ma niente dimostrazioni
rigorose purtroppo. Vi sono congetture ma nessuna prova o controesempio.

Credo che uno dei problemi sia che lavorando in R^N non si riesce a
visualizzare gli oggetti che vuoi studiare ed e' difficile (almeno per
me) procedere

Dario
Tetis
2005-11-08 15:09:55 UTC
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Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
La seconda cosa che
avrei chiesto (in un altro topic) e' come si fa a dimostrare che se nel
punto di intersezione il Laplaciano e' nullo (come per le funzioni
d'onda) allora necessariamente due curve si incrociano ad angolo retto,
tre curve a 120 gradi etc,...
E molte altre domande :)
Ma tu sai gia' le risposte o sono solo fatti che hai osservato
empiricamente?
Di alcune (poche) so che e' cosi' come il fatto che i nodi (li chiamiamo
cosi' i punti dove f=0) si intersecano a due a due ad angolo retto. Di
questo ho visto uno schetch di dimostrazione ma non l'ho capita e volevo
capire se si poteva dimostrare in modo semplice (quella passava per i
numeri complessi)
Un modo puo' essere questo. Sapendo gia' che il gradiente e' nullo,
come hai notato ed abbiamo mostrato puoi scrivere una approssimazione
locale per la funzione:

f_xx (dx)^2 + 2 f_xy (dx dy) + f_yy (dy)^2

notando che f_xx = -f_yy come si impara quando si classificano
le coniche esiste una trasformazione di coordinate che riduce
il termine misto e che ha gli autovalori dell'hessiano per coefficienti
delle variazioni. Dunque nelle nuove coordinate (sempre ortogonali)

f_xx (dx)^2 - f_xx (dy)^2 = 0

una caratteristica del laplaciano e' che e' invariante per rotazioni,
l'equazione (dx)^2=(dy)^2 ha due soluzioni ortogonali. dx = dy
e dx = -dy. Siccome le matrici simmetriche sono sempre diagonalizzabili
questo risultato generalizza ad N dimensioni. Come suggerivi esistono
ancora due luoghi di codimensione 1 dove la funzione si annulla.
Ora le equazioni di questi luoghi si esprimono,
per esempio in tre dimensioni:

fxx (dx)^2+ fyy (dy)^2 + fzz (dz)^2 = 0

dove fxx + fyy + fzz = 0. Garantisce l'esistenza di almeno una
soluzione.

Qui puoi riconoscere una superfice conica che generalizza
l'intersezione di due rette in piu' dimensioni. Un cono e' un
luogo di rette che condividono un punto. Detto vertice. Che
l'equazione di sopra descriva un cono discende dal fatto che
moltiplicando dx, dy, dz per un fattore si ha ancora una soluzione.
Questi coni possono pero' essere degeneri, ad esempio se
fyy = 0 allora trovi l'equazione di una coppia di piani ortogonali.
Se tutti i coefficienti sono non nulli, invece, due segni sono concordi
ed il terzo e' opposto agli altri. Di conseguenza esiste sempre una
direzione ortogonalmente a cui le sezioni sono ellissi ed un asse
del cono, di equazione x = y = 0 se di segno concorde sono fxx ed fyy.

In quattro dimensioni la situazione dei segni da' luogo a due possibilita'.
In 2N dimensioni si hanno N possibilita'. In 2N-1 le possibilita' sono N-1.
Se si considera che anche gli altri invarianti danno struttura pero' la
casistica puo' crescere di complessita'. Credo sia il caso in cui si trova
utile il gruppo di simmetria SU(N) ed in particolare il sottogruppo
delle permutazioni. Altrimenti non mi sembra ci siano
ragioni pratiche per andare oltre SO(3). Possono essere importanti
gli altri invarianti dell'hessiano? Suppongo di si, ma ancora prima
conta la configurazione spaziale delle sorgenti. Date quattro cariche
per esempio c'e' un punto dove il potenziale si annulla. Nel caso degli
elettroni mi sembra che possano entrare in gioco sia le simmetrie spaziali
che le simmetrie uni-modulari SU(N). Mi piacerebbe sapere se ti risulta
qualche
applicazione di quest'ultimo caso. Quello che so e' che per esempio e'
utile SU(3) quando si abbia un potenziale che puo' essere approssimato
come un potenziale armonico a simmetria centrale. Oppure e' utile SO(4)
nel caso di potenziale coulombiano. E che si puo' immergere lo scambio
fra le parti orbitali degli elettroni in SU(N). Mentre non capisco se e dove
puo' essere utile l'intero SU(N). A meno che emergano particolari equazioni
efficaci in qualche contesto specifico mi sembra che non si vada oltre
la rappresentazione in SU(N) del gruppo delle permutazioni. Mi sbaglio?
Post by Dario Bressanini
Per altre cose ci sono solo evidenze empiriche ma niente dimostrazioni
rigorose purtroppo. Vi sono congetture ma nessuna prova o controesempio.
Credo che uno dei problemi sia che lavorando in R^N non si riesce a
visualizzare gli oggetti che vuoi studiare ed e' difficile (almeno per
me) procedere
Per me e' utile sviluppare un sistema di traduzione
ed astrazione. Ragionando sempre bottom-up.
Come dico questa cosa in termini elementari?
Come generalizzo? Occorre cercare di usare, dove
possibile, termini che si astraggono automaticamente.
In questo caso la parola chiave e' luogo conico.
Post by Dario Bressanini
Dario
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Dario Bressanini
2005-11-08 15:48:55 UTC
Permalink
Tetis wrote:
<<megacut>>
Post by Tetis
Come dico questa cosa in termini elementari?
Come generalizzo? Occorre cercare di usare, dove
azz. ci metto un po' a digerire il tutto :) ma tu sei un fisico o un
matematico? Comunque i problemi a cui mi interesso coinvolgono piu'
elettroni, e quindi il gruppo delle permutazioni e' importantissimo.

Dario

p.s. propendo per il fisico, visto che citavi Slater :)
Tetis
2005-11-09 14:50:39 UTC
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Post by Dario Bressanini
<<megacut>>
Post by Tetis
Come dico questa cosa in termini elementari?
Come generalizzo? Occorre cercare di usare, dove
azz. ci metto un po' a digerire il tutto :)
eh, fosse tutto, ce n'e' ancora una cifra.
Fin qui abbiamo discusso il caso quadratico,
ovvero il caso in cui esiste un intorno in cui
i termini quadratici sono dominanti per questo
basta che tutti i termini diagonali dell'hessiano
diagonalizzato siano non nulli. Ma, per esempio,
il caso di tre cariche planari ai vertici di un triangolo
equilatero e' in contraddizione con l'ortogonalita'.


ma tu sei un fisico o un
Post by Dario Bressanini
matematico?
Sono un fisico, infatti.
Post by Dario Bressanini
Comunque i problemi a cui mi interesso coinvolgono piu'
elettroni, e quindi il gruppo delle permutazioni e' importantissimo.
gia' questo e' certo, ma mi chiedevo se hai mai incontrato applicazioni
utili di SU(N). Io ho impressione che debba intervenire questo gruppo
nell'individuazione di tutte le simmetrie di un sistema ad n-corpi, gia'
sul piano classico. Pero' non ho trovato argomenti sistematici sul tema.
Mi sembra che gia' Poincare' avesse indirizzato il tema dell'individuazione
del gruppo di monodromia di quelle che si chiamano equazioni fuchsiane.
Problemi come quello che pone Venoulst in questi giorni, che sono antichi
come la geometria, a mio parere trovano ubicazione in questo genere
di argomenti. Se ti capita a tiro dai un'occhiata al libro di Arnold:
Newton, Hooke, Huyghens,... dalle evolventi ai quasi-cristalli. E' un
genere di problemi di grande semplicita' e bellezza, ma che puo' avere
lo stesso genere di effetti delle solanacee, chissa' se esiste una scala
di difficolta' come quella di Scoville? :-)
Post by Dario Bressanini
Dario
p.s. propendo per il fisico, visto che citavi Slater :)
Buona intuizione.


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Dario Bressanini
2005-11-10 10:19:07 UTC
Permalink
Post by Tetis
Fin qui abbiamo discusso il caso quadratico,
ovvero il caso in cui esiste un intorno in cui
i termini quadratici sono dominanti per questo
basta che tutti i termini diagonali dell'hessiano
diagonalizzato siano non nulli. Ma, per esempio,
il caso di tre cariche planari ai vertici di un triangolo
equilatero e' in contraddizione con l'ortogonalita'.
Cerco di capire il tuo linguaggio: stai parlando di un caso in cui c'e'
un potenziale esterno che ha una simmetria c3v ? mi stai dicendo che in
questo caso i nodi NON si intersecano ad "angolo retto" ?

Tra l'altro, questo caso e' interessante perche' mi pare che, visto che
il ground state puo' essere degenere (perche' c'e' una rappresentazione
irriducibile bidimensionale) e' un caso i cui la funzione d'onda ha un
nodo anche nello stato fondamentale, cosa normalmente vietata. Credo.. :)
Post by Tetis
gia' questo e' certo, ma mi chiedevo se hai mai incontrato applicazioni
utili di SU(N). Io ho impressione che debba intervenire questo gruppo
nell'individuazione di tutte le simmetrie di un sistema ad n-corpi, gia'
sul piano classico. Pero' non ho trovato argomenti sistematici sul tema.
Qui non ti posso aiutare. Mi sono scontrato con questi oggetti perche'
sono importanti anche dal punto di vista "pratico" (faccio simulazioni
quantum monte carlo) e non ho trovato praticamente nulla in letteratura.
Post by Tetis
Mi sembra che gia' Poincare' avesse indirizzato il tema dell'individuazione
del gruppo di monodromia di quelle che si chiamano equazioni fuchsiane.
Problemi come quello che pone Venoulst in questi giorni,
Ammetto di non avere idea di che cosa tu stia dicendo :)
Post by Tetis
come la geometria, a mio parere trovano ubicazione in questo genere
Newton, Hooke, Huyghens,... dalle evolventi ai quasi-cristalli.
Prendero' i libro :) Thanks
Post by Tetis
lo stesso genere di effetti delle solanacee, chissa' se esiste una scala
di difficolta' come quella di Scoville? :-)
azzzz. vedo che sei un acuto "leggitore" e mi hai "sgamato" :) :) ;)

ciao Dario
Tetis
2005-11-10 14:25:52 UTC
Permalink
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Fin qui abbiamo discusso il caso quadratico,
ovvero il caso in cui esiste un intorno in cui
i termini quadratici sono dominanti per questo
basta che tutti i termini diagonali dell'hessiano
diagonalizzato siano non nulli. Ma, per esempio,
il caso di tre cariche planari ai vertici di un triangolo
equilatero e' in contraddizione con l'ortogonalita'.
Cerco di capire il tuo linguaggio: stai parlando di un caso in cui c'e'
un potenziale esterno che ha una simmetria c3v ? mi stai dicendo che in
questo caso i nodi NON si intersecano ad "angolo retto" ?
Si stavo pensando a questo ma non e' il caso che ho
citato, evidentemente, per tre cariche il punto centrale
non e' punto di intersezione di linee equipotenziali.
A ben riflettere siccome il potenziale e' una funzione
armonica dubito molto che sia possibile costruire un
esempio simile a partire dallo studio del potenziale
associato ad una qualche configurazione di cariche.
Post by Dario Bressanini
Tra l'altro, questo caso e' interessante perche' mi pare che, visto che
il ground state puo' essere degenere (perche' c'e' una rappresentazione
irriducibile bidimensionale) e' un caso i cui la funzione d'onda ha un
nodo anche nello stato fondamentale, cosa normalmente vietata. Credo.. :)
Mi sembra di capire che puo' avere un nodo nello stato fondamentale,
non che necessariamente ne abbia uno. D'altra parte non so bene
come fare considerazioni di simmetria senza ricorrere alla specifica
struttura configurazionale, intendo dire che generalmente parlando
si fa ricorso alla regola di Hund per potere stabilire il tipo di simmetria
orbitale dalla simmetria globale dovuta al carattere fermionico. Ma
quando si parla di livelli eccitati come si fa ad attribuire una simmetria
alla parte orbitale? Per esempio nel caso dell'anello benzenico mi
sembra che pure si abbia questa rappresentazione pero' il fondamentale
pure se ha superfici lungo cui la funzione d'onda si annulla (per via
della particolare struttura elettronica del carbonio) non mi sembra che
abbia dei piani nodali. Parlando della funzione d'onda a molti elettroni,
poi, la situazione e' che gli elettroni sono interagenti e le sole
considerazioni
ammissibili discendono dalla considerazione dello spazio a 3n dimensioni
dove puo' essere molto difficile andare a trovare in generale le superfici
nodali.
Anche se questo puo' essere piu' semplice che risolvere le equazioni.
Se la funzione e' antisimmetrica abbiamo sempre gli iperpiani r_i = r_j
che sono piani nodali. Ma in generale non sappiamo se la funzione d'onda
e' antisimmetrica rispetto al semplice scambio delle coordinate posizionali
di una coppia, occorre considerare anche i gradi di spin.
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
gia' questo e' certo, ma mi chiedevo se hai mai incontrato applicazioni
utili di SU(N). Io ho impressione che debba intervenire questo gruppo
nell'individuazione di tutte le simmetrie di un sistema ad n-corpi, gia'
sul piano classico. Pero' non ho trovato argomenti sistematici sul tema.
Qui non ti posso aiutare. Mi sono scontrato con questi oggetti perche'
sono importanti anche dal punto di vista "pratico" (faccio simulazioni
quantum monte carlo) e non ho trovato praticamente nulla in letteratura.
Effettivamente si trova pochissimo, se non i lavori di Fock sulle
coordinate ipersferiche. Che peraltro non ho mai letto direttamente.
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Mi sembra che gia' Poincare' avesse indirizzato il tema
dell'individuazione
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
del gruppo di monodromia di quelle che si chiamano equazioni fuchsiane.
Problemi come quello che pone Venoulst in questi giorni,
Ammetto di non avere idea di che cosa tu stia dicendo :)
Sono due temi distinti. Il secondo, Venoulst e' un signore che scrive
raramente qui sul ng e propone sempre problemi geometrici e di
teoria dei numeri molto semplici nella formulazione e spesso di difficile
soluzione. In questi giorni in particolare faccio riferimento ad un problema
geometrico che appare sul ng. Si chiede di trovare il luogo di punti
associato ad triangolo acutangolo non equilatero, per
cui la somma delle distanze, dai vertici del triangolo, poniamo, e'
costante. In termini di teoria del potenziale diventa una questione
di trovare l'insieme dei punti equipotenziali associati al potenziale
additivo r_ij.

Il primo dei due temi invece riguarda la soluzione dei sistemi
di equazioni differenziali al variare delle condizioni iniziali.
Si scopre che e' possibile dare una struttura topologica allo
spazio dei parametri, nel caso di particolari equazioni. Si
parla di varieta' di Galois delle soluzioni. E si vede che
esistono delle strutture di simmetria in queste varieta' associate
appunto ai gruppi di monodromia. Ovvero si individuano delle
trasformazioni che applicano soluzioni in nuove soluzioni e
si studia il gruppo di queste trasformazioni. Evidentemente
e' quello che fa, per esempio, il gruppo delle rotazioni nello
studio dei problemi elettronici in campo centrale.
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
come la geometria, a mio parere trovano ubicazione in questo genere
Newton, Hooke, Huyghens,... dalle evolventi ai quasi-cristalli.
Prendero' i libro :) Thanks
Post by Tetis
lo stesso genere di effetti delle solanacee, chissa' se esiste una scala
di difficolta' come quella di Scoville? :-)
azzzz. vedo che sei un acuto "leggitore" e mi hai "sgamato" :) :) ;)
ciao Dario
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Dario Bressanini
2005-11-10 15:30:56 UTC
Permalink
Post by Tetis
Mi sembra di capire che puo' avere un nodo nello stato fondamentale,
non che necessariamente ne abbia uno.
....
struttura configurazionale, intendo dire che generalmente parlando
si fa ricorso alla regola di Hund per potere stabilire il tipo di simmetria
orbitale dalla simmetria globale dovuta al carattere fermionico.
<megacut con benzene, carbonio etc...>
Stai mischiando un po' le cose. i nodi del carbonio nessuno sa dove
stanno, e tantomeno del benzene.
Post by Tetis
Parlando della funzione d'onda a molti elettroni,
poi, la situazione e' che gli elettroni sono interagenti e le sole
considerazioni
ammissibili discendono dalla considerazione dello spazio a 3n dimensioni
dove puo' essere molto difficile andare a trovare in generale le superfici
nodali.
Certo. A me interessa costruire delle approssimazioni dei nodi esatti
Post by Tetis
che sono piani nodali. Ma in generale non sappiamo se la funzione d'onda
e' antisimmetrica rispetto al semplice scambio delle coordinate posizionali
di una coppia, occorre considerare anche i gradi di spin.
No, quelli li fattorizzi fuori, almeno se non ti interessano proprieta'
dipendenti dallo spin

Dario
Tetis
2005-11-10 16:56:11 UTC
Permalink
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Mi sembra di capire che puo' avere un nodo nello stato fondamentale,
non che necessariamente ne abbia uno.
....
struttura configurazionale, intendo dire che generalmente parlando
si fa ricorso alla regola di Hund per potere stabilire il tipo di simmetria
orbitale dalla simmetria globale dovuta al carattere fermionico.
<megacut con benzene, carbonio etc...>
Stai mischiando un po' le cose. i nodi del carbonio nessuno sa dove
stanno, e tantomeno del benzene.
Forse non ho davvero capito, pero' si sa dove sono nulle le
funzioni d'onda dopo un'orientazione della molecola. Ma
questo e' un altro aspetto che entra in discussione. Effettivamente
non ho chiaro se e quanto importi la questione della conoscenza
a priori degli orbitali, ma direi che ha una certa importanza nella
calibrazione di un buon campionamento dello spazio. Invece
mi sembra di aver chiaro che i nodi della funzione d'onda complessiva
sono un'altra storia. Riguardano il complesso delle coordinate
non le singole terne spaziali.
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
che sono piani nodali. Ma in generale non sappiamo se la funzione d'onda
e' antisimmetrica rispetto al semplice scambio delle coordinate posizionali
di una coppia, occorre considerare anche i gradi di spin.
No, quelli li fattorizzi fuori, almeno se non ti interessano proprieta'
dipendenti dallo spin
Questa e' una cosa che non ho mai trovato spiegata in modo
chiaro. Per esempio si sa che gli stati di spin sono soggetti
spontaneamente a fenomeni di paramagnetismo, etc.. non
e' che se me ne disinteresso loro non fanno le loro solite
faccende. Se anzi me ne dimentico non puo' essere che vado
a studiare uno stato eccitato in configurazione antisimmetrica,
ma il piu' importante abbia in effetti un altro genere di simmetria
permutazionale?
Post by Dario Bressanini
Dario
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Dario Bressanini
2005-11-11 08:33:57 UTC
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Post by Tetis
Forse non ho davvero capito, pero' si sa dove sono nulle le
funzioni d'onda dopo un'orientazione della molecola.
Non della funzione d'onda complessiva.
Post by Tetis
Invece
mi sembra di aver chiaro che i nodi della funzione d'onda complessiva
sono un'altra storia. Riguardano il complesso delle coordinate
non le singole terne spaziali.
Si, a me interessano questi (purtroppo :) ) Dei nodi dei singoli
orbitali non me ne faccio nulla purtroppo, perche' non hanno quasi nulla
a che fare con i nodi della funzione complessiva.
Mo ti spiego perche' mi interessano i nodi complessivi: considero l'eq.
di Schroedinger nel tempo immaginario come una equazione della
diffusione (anche se e' piu' facile vederla nella formulazione
integrale) e "simulo" l'equazione diffondendo al computer delle
particelle fittizie che mi rappresentano una densita'. Per far questo
devo restringermi ad una zona dove la funzione d'onda e' positiva, da
qui la necessita' di avere informazioni sui nodi.
Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
No, quelli li fattorizzi fuori, almeno se non ti interessano proprieta'
dipendenti dallo spin
Questa e' una cosa che non ho mai trovato spiegata in modo
chiaro. Per esempio si sa che gli stati di spin sono soggetti
spontaneamente a fenomeni di paramagnetismo, etc.. non
e' che se me ne disinteresso loro non fanno le loro solite
faccende.
Beh, si assume che l'equazione di schroedinger, quindi NON
relativistica, descriva in modo corretto atomi e molecole (e questo e'
vero quasi sempre :) )
Quindi lo spin in realta' entra solo perche' ti impone una certa
simmetria spaziale della funzione d'onda, ma l'hamiltoniano non contiene
variabili di spin. (Diciamo che siamo interessati solo alle energie
degli autostati per ora)
Grossolanamente, fissati N elettroni e fissato lo stato di Spin (e tu a
priori non sai quale e' il piu' basso energeticamente, a meno di fare i
calcoli. Questo a priori. nella pratica lo sai quasi sempre con le
solite regolette...) poiche' la funzione totale deve essere autofunzione
oltre che di H (l'hamiltoniano) e' anche autofunzione dell'operatore di
Antisimmetrizzazione, vedi che ogni autostato si deve trasformare come
una rappresentazione irriducibile di P_n, il gruppo delle permutazioni.
Allora, sempre nel linguaggio "abominevole" :) tu puoi espandere la
funzione totale in una base di spin, e considerare i nodi solo di una
parte spaziale.
Mhh, non sono stato per nulla chiaro. Faccio un esempio con 3 elettroni
(ad esempio l'Atomo di litio)

Consideriamo lo stato di doppietto (quello che sappiamo essere il ground
state. due elettroni con spin alpha e uno beta)
La funzione d'onda complessiva NON e' fattorizzabile in un semplice
prodotto (come invece accade per due elettroni), ma in generale la posso
esprimere come
psi = f1(1,2,3)aab + f2(1,2,3)aba + f3(1,2,3)baa

dove a=alpha e b=beta. le tre funzioni f1 f2 e f3 devono avere delle
precise proprieta' di simmetria affinche' psi rappresenti uno stato di
doppietto, e affinche' la simmetria permutazionale complessia sia quella
corretta.

Se a noi interessano proprieta' che non dipendono dallo spin, ad esempio
l'energia, posso limitarmi a studiare solo una di quelle funzioni, ad
esempio f1, perche' le altre le ricavo con semplici permutazioni. E nota
che i tre pezzi sono ortogonali, grazie alle funzioni di spin, per cui
posso usare solo uno di quelli per calcolare i valori di aspettazione
che mi interessano.

Morale, a livello pratico, posso studiare i nodi di una parte spaziale.

Dario
Tetis
2005-11-11 18:29:09 UTC
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Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Forse non ho davvero capito, pero' si sa dove sono nulle le
funzioni d'onda dopo un'orientazione della molecola.
Non della funzione d'onda complessiva.
No, certo, solo dei single electron non interagent molecular orbitals.
Una approssimazione buona dell'interazione del singolo elettrone
con gli altri elettroni, per sistemi a molti elettroni si ottiene trattando
gli altri elettroni come se dessero luogo ad una densita' classica.
Il metodo autoconsistente e la teoria del funzionale densita' danno
luogo al metodo che e' fruttato il Nobel a Kohn e Sham.
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Invece
mi sembra di aver chiaro che i nodi della funzione d'onda complessiva
sono un'altra storia. Riguardano il complesso delle coordinate
non le singole terne spaziali.
Si, a me interessano questi (purtroppo :) ) [cut]
necessita' di avere informazioni sui nodi.
Il punto debole del metodo appena descritto
e' che per risolvere il sistema Kohn e Sham si deve
fornire una buona approssimazione del funzionale che associa
univocamente l'energia alla densita', con questa approssimazione, ma
pure a prescindere da essa, il metodo funziona bene per le strutture e
per il fondamentale, non ugualmente per la chimica e per la dinamica
elettronica e per lo studio delle interazioni elettro-ottiche. Quindi si
richiedono metodi piu' rispettosi della struttura complessiva della
funzione d'onda, come risulta dal carattere interagente puntuale degli
elettroni e dalla loro natura fermionica, specie quando gli elettroni sono
pochi. Il quantum montecarlo QMC e' certamente uno di questi metodi,
ed e' particolarmente indicato per sistemi con relativamente pochi
elettroni.
Il modo in cui mi ricordo che funziona e' questo: siccome la funzione
d'onda psi puo' essere scritta in somma delle componenti f1 f2 f3 ....
autofunzioni dell'hamiltoniana di energie e1, e2, e3.... Allora noto
che in exp(- H t) psi la componente con il minimo autovalore di
energia, il fondamentale (ammesso sia non degenere), viene
selezionato con sempre maggiore prevalenza. Il metodo montecarlo
si richiede nel calcolo degli integrali che compaiono nello sviluppo
di exp(-Ht). Una volta trovato il fondamentale si applica il metodo
sul complemento ortogonale e si va a trovare il primo eccitato e
cosi' di seguito. Il problema e' che il metodo montecarlo funziona molto
bene ed efficacemente se nel campionamento delle funzioni si
pesca sempre in zone "sostanziose". Se ci sono nodi il metodo perde
di efficacia. Questo stando a quel che ho inteso. Mi confermi che
questa e' la problematica a cui hai accennato? In tal caso perche'
non contano i "nodi spaziali"? Forse hanno una minore incidenza
rispetto a quelli complessivi dato che la funzione d'onda del fondamentale
e' spesso altamente simmetrica. Ma per i livelli superiori?
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
No, quelli li fattorizzi fuori, almeno se non ti interessano proprieta'
dipendenti dallo spin
Questa e' una cosa che non ho mai trovato spiegata in modo
chiaro. Per esempio si sa che gli stati di spin sono soggetti
spontaneamente a fenomeni di paramagnetismo, etc.. non
e' che se me ne disinteresso loro non fanno le loro solite
faccende.
Beh, si assume che l'equazione di schroedinger, quindi NON
relativistica, descriva in modo corretto atomi e molecole (e questo e'
vero quasi sempre :) )
Quindi lo spin in realta' entra solo perche' ti impone una certa
simmetria spaziale della funzione d'onda, ma l'hamiltoniano non contiene
variabili di spin. (Diciamo che siamo interessati solo alle energie
degli autostati per ora)
Grossolanamente, fissati N elettroni e fissato lo stato di Spin (e tu a
priori non sai quale e' il piu' basso energeticamente, a meno di fare i
calcoli. Questo a priori. nella pratica lo sai quasi sempre con le
solite regolette...)
Oppure usando hamiltoniane non relativistiche che
tengono conto della simmetria globale e degli integrali
di scambio e di overlap (modello di Hubbard). Puo' sembrare
un modello risibile, dal punto di vista di uno che vuole
conoscere la struttura esatta della funzione d'onda
complessiva, ma e' tuttavia un modello capace di
dar conto di effetti di spin senza nemmeno considerare
una esplicita interazione fra gli spin. La difficolta'
e' che occorre partire da una conoscenza delle strutture
degli orbitali. Anche in questo quindi caso si fanno
approssimazioni decisamente one-electron e DFT.
Per questa via, comunque, si capisce discretamente bene il perche' di
alcune simmetrie nella regola di Hund (ti ricorderai certamente
la dualita' elettrone lacuna per cui la simmetria di n elettroni
presenti in una shell si ricava dalla simmetria della configurazione
in cui mancano n elettroni a completare la shell).
Post by Dario Bressanini
poiche' la funzione totale deve essere autofunzione
oltre che di H (l'hamiltoniano) e' anche autofunzione dell'operatore di
Antisimmetrizzazione, vedi che ogni autostato si deve trasformare come
una rappresentazione irriducibile di P_n, il gruppo delle permutazioni.
Provo a ridirlo con parole mie. Spero tu abbia la pazienza di leggere
e se ti avanza del tempo di esprimere le tue perplessita' e smentire
o confermare quel che dico.

Per il teorema di spin statistica gli autostati del sistema
molecolare considerato sono autostati di ognuno degli
operatore di scambio che scambiano gli indici elettronici.
Hanno autovalore 1 se la permutazione
e' pari, -1 se la permutazione e' dispari.

Puoi raccogliere gli elementi del gruppo delle
permutazioni in classi di elementi (sottogruppi normali)
che commutano con tutto il gruppo delle permutazioni,
nel senso che, posto "a" un elemento del gruppo ed
"y" un elemento della classe, esiste "z" nella stessa
classe in modo che ya=az. E viceversa. Volendo
conoscere la degenerazione degli autostati dell'energia
per effetto di questa simmetria procediamo per gradi.

I) osserviamo che l'insieme
delle funzioni d'onda antisimmetriche rispetto allo scambio
degli indici di due elettroni puo' essere costruita da
combinazioni lineare di funzioni d'onda che non sono
autostati degli operatori di scambio, e che anzi sono
fattorizzate nelle componenti di Hilbert elementari per
lo spazio di Hilbert del sistema complessivo (che puo'
essere sempre visto come un sottospazio, soggetto al
vincolo di superselezione del teorema di spin-statistica)
del prodotto tensore dello spazio di Hilbert delle singole
particelle componenti.

II) Ora risulta che in questa base,
che e' una base per tutto lo spazio ospite, quindi in
particolare anche per il sottospazio degli stati fisici, le
funzioni d'onda possono essere arrangiate in sottospazi
che sono invarianti rispetto al gruppo delle permutazioni
e tali che ogni elemento e' anche autovettore per uno
degli elementi di un dato sottogruppo normale.

Si puo' dimostrare
che gli spazi cosi' costruiti in corrispondenza di sottogruppi
normali distinti sono mutuamente ortogonali e la dimensione minima di
uno di tali spazi e' pari all'ordine del sottogruppo invariante.
Inoltre lo spazio complessivo puo' essere ricostruito come
somma diretta di autospazi di dimensione minima di tal fatta.

Questa scomposizione dello spazio di Hilbert "prodotto tensore"
degli spazi di singola particella prende il nome di rappresentazione
irriducibile. Il punto, che io trovo piu' delicato e' questo:
l'antisimmetrizzazione di un autospazio invariante ne
conserva la dimensione. A priori potrebbe verificarsi di no.
Tuttavia la teoria garantisce questa circostanza.

Una volta che ci siamo accertati di questo, possiamo
concludere che lo spazio degli stati fisici puo' essere scomposto
nella somma diretta di spazi invarianti di dimensione pari all'ordine
dei sottogruppi invarianti. Non abbiamo bisogno d'altro per
concludere che esiste una degenerazione, associata
al teorema di spin-statistica, che non puo' essere rimossa da alcun
tipo di interazione della teoria quantistica ___relativistica o no___.

Non esistono condizioni "quotidiane",
diciamo cosi', ma nemmeno eccezionali (entro gli acceleratori,
per dire), che scalfiscono questo teorema. Non banale tuttavia
considerare l'effetto dell'entanglement con elettroni lontani.
Questa e' un'altra faccenda, che da quello che ho faticosamente
cercato di comprendere, non scalfisce la degenerazione di scambio.
Post by Dario Bressanini
Allora, sempre nel linguaggio "abominevole" :) tu puoi espandere la
funzione totale in una base di spin, e considerare i nodi solo di una
parte spaziale.
Mhh, non sono stato per nulla chiaro. Faccio un esempio con 3 elettroni
(ad esempio l'Atomo di litio)
Consideriamo lo stato di doppietto (quello che sappiamo essere il ground
state. due elettroni con spin alpha e uno beta)
La funzione d'onda complessiva NON e' fattorizzabile in un semplice
prodotto (come invece accade per due elettroni), ma in generale la posso
esprimere come
psi = f1(1,2,3)aab + f2(1,2,3)aba + f3(1,2,3)baa
Fin qui non era stata necessaria
nessuna considerazione di dettaglio, ma solo l'utilizzo di
teoremi generali della teoria delle rappresentazioni e di teoria
dei gruppi. In particolare nulla che richieda di separare la parte
spaziale dalla parte di spin. Nessuna fattorizzazione, se non quella
negli spazi di Hilbert di singola particella, quindi non si richiede
a priori di separare la parte orbitale dalla parte di spin.

Tuttavia e' vero che se nell'hamiltoniana non sono presenti
gli spin, questa fattorizzazione sarebbe utile, ma come ottenerla?
E' a questo livello che la scomposizione del gruppo delle
permutazioni nella somma dei suoi sottogruppi normali
torna in gioco. Come? Occorre andare nel dettaglio della
costruzione delle rappresentazioni irriducibili, la cui
esistenza, per quanto garantita da teoremi del tutto
generali, non e' molto di aiuto nelle concrete esigenze
della meccanica quantistica.

E' questo punto che io fino ad oggi
non ho mai interamente digerito, nonostante l'impegno e
la chiarezza mentale di Landau, per dire. Tuttavia si trova
una trattazione su alcune dispense on-line, proprio nelle
prime pagine, di quel che serve. Ottimo per render chiaro che
l'antisimmetrizzazione conserva la dimensione degli
spazi invarianti della rappresentazione irriducibile,
meno per chiarire che la fattorizzazione richiesta e' possibile.

arxiv.org/pdf/hep-th/9805093

Questa fattorizzazione e' possibile e si ottiene
ricorrendo ad una costruzione, Landau ne descrive una
in non piu' di tre delle sue pagine, egli associa
ad ogni sottogruppo invariante, indicizzato dalla sua tavoletta
di Young una specifica simmetria, come dici tu [una costruzione
analoga ma non identica a quella suggerita da Landau e' descritta
a pagina 21 nelle note dette], tuttavia Landau ci da' l'informazione
ulteriore che perche' tutto funzioni occorre scambiare le righe
con le colonne e poi cercare le giuste combinazioni lineari.
Proviamo ad applicare il tutto all'atomo di Litio, come proponi.

Supponiamo dunque che la parte orbitale f(1,2,3) sia soggetta
alla tavoletta:

**
*

troviamo allora applicando il metodo di Landau alla parte
orbitale:

f(123)+f(213)-f(321)-f(231)

se mi calcolo tutte le permutazioni possibili delle sei funzioni
ottenute applicando le permutazioni risulta che in effetti le
funzioni linearmente indipendenti sono solo due. Una sola
la funzione totalmente simmetrica e tre le funzioni antisimmetriche
quindi trovo 6 funzioni. Per il nostro modulo di Young abbiamo:

F1(123)=f(123)+f(213)-f(321)-f(231)
F2(123)=f(231)+f(321)-f(132)-f(312)

Applicando ora questo metodo alla parte orbitale
dopo avere scambiato righe e colonne. Ovvero 2,3
abbiamo le parti di spin:

S1(123)=s(132)+s(312)-s(231)-s(321)
S2(123)=s(321)+s(231)-s(132)-s(213)

a questo punto Landau dice che le funzioni cercate,
ovvero le due funzioni globalmente antisimmetriche,
non sono il prodotto delle F con le S ma opportune
combinazioni lineari. E dice di non volersi dilungare
al riguardo. Quindi ci tocca di ricostruire i ragionamenti
mancanti. In particolare il motivo per cui lo scambio delle
righe con le colonne permetta di estrarre dai quattro prodotti
F12 S12 di ottenere due e due sole combinazioni lineari indipendenti
globalmente antisimmetriche. E' su questo che trovo difficolta'.

Nel caso che hai proposto tu la situazione mi sembra
differente. Lo stato di doppietto e' uno stato in cui l'orientazione
totale dello spin puo' assumere uno di due valori indifferentemente.
Mentre la parte orbitale e' la medesima. In particolare si ha la
semplice rappresentazione dei due stati di spin:

(+-+)-(-++)
(+--)-(-+-)

che fattorizza nei due stati di spin 1/2 ovvero il doppietto:

[(+-)-(-+)](+ )
[(+-)-(-+)](- )

la coppia di spin opposti rispetto a cui antisimmetrizzare
puo' essere scelta in due modi. Nota che questo genere
di stati si ottiene applicando la costruzione di cui alla
pagina 21 che citavo prima. E corrisponde agli stati di
spin che Landau costruisce con le regole di somma degli
spinori. Diversamente pero' non mi sembra che si trovino
semplicemente scambiando le righe con le colonne nella
procedura di applicazione della tavola di Young. Bensi'
applicando una differente procedura di costruzione degli
stati fondamentali. Inoltre mi sembra di incorrere in una
ulteriore confusione. Infatti, da come ho capito io la faccenda,
nello stato di doppietto che hai citato la degenerazione presente
e' una degenerazione di spin. Questa degenerazione e' rimovibile,
significa che in questo stato devono comparire due rappresentazioni
irriducibili del gruppo delle permutazioni. E non
mi riesce di individuarle. Forse sono solo stanco, oppure mi sfugge
una semplificazione importante, se non addirittura un errore di
impostazione, nello schema che ho presentato.
Post by Dario Bressanini
dove a=alpha e b=beta. le tre funzioni f1 f2 e f3 devono avere delle
precise proprieta' di simmetria affinche' psi rappresenti uno stato di
doppietto, e affinche' la simmetria permutazionale complessia sia quella
corretta.
Se a noi interessano proprieta' che non dipendono dallo spin, ad esempio
l'energia, posso limitarmi a studiare solo una di quelle funzioni, ad
esempio f1, perche' le altre le ricavo con semplici permutazioni. E nota
che i tre pezzi sono ortogonali, grazie alle funzioni di spin, per cui
posso usare solo uno di quelli per calcolare i valori di aspettazione
che mi interessano.
Anche su questo che dici non mi riesce di capire:
se lo stato e' di doppietto gli stati di spin ortogonali
sono due, ma tu hai tre funzioni, come fanno ad essere
mutuamente ortogonali per via dello spin? Per tutto il
resto d'accordo. Ho capito che possiamo studiare una
sola parte spaziale. Ma non come le diverse parti spaziali
si assemblano per comporre gli stati fisici del sistema.
Post by Dario Bressanini
Morale, a livello pratico, posso studiare i nodi di una parte spaziale.
Dario
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Tetis
2005-11-11 19:22:15 UTC
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Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
Se a noi interessano proprieta' che non dipendono dallo spin, ad esempio
l'energia, posso limitarmi a studiare solo una di quelle funzioni, ad
esempio f1, perche' le altre le ricavo con semplici permutazioni. E nota
che i tre pezzi sono ortogonali, grazie alle funzioni di spin, per cui
posso usare solo uno di quelli per calcolare i valori di aspettazione
che mi interessano.
se lo stato e' di doppietto gli stati di spin ortogonali
sono due, ma tu hai tre funzioni, come fanno ad essere
mutuamente ortogonali per via dello spin? Per tutto il
resto d'accordo. Ho capito che possiamo studiare una
sola parte spaziale. Ma non come le diverse parti spaziali
si assemblano per comporre gli stati fisici del sistema.
Post by Dario Bressanini
Morale, a livello pratico, posso studiare i nodi di una parte spaziale.
Dario
Forse mi sono ricollegato con quel che dicevi. In effetti basta
fare mente locale alla struttura non interagente. L'orbitale s
contiene due elettroni e l'orbitale p ne contiene un altro, gli
orbitali s essendo identici non possono che ospitare spin opposti,
so che e' un pessimo modo di trattare la meccanica quantistica,
ma ammettiamo che passi, ricordando che si puo' aggiustare con
considerazioni tipo teorema adiabatico e quasi numeri quantici .

Ora, dicevo, lo stato fondamentale
cosi' ottenuto ha degenerazione due. Una degenerazione due
nello spin. Inoltre il momento angolare e' 1 e quindi la degenerazione
orbitale e' tre. Il termine spettroscopico si indica allora con la lettera
P e con la molteplicita' 2 e con lo spin 1/2. Se non ricordo male.
Quindi tu giustamente scrivi le funzioni di base dello spazio di
Hilbert nella forma in cui fattorizzi tre autostati del momento
angolare (che rimane un buon numero quantico perche' lo spin
non conta) e due autostati dello spin. Le autofunzioni corrette
saranno le combinazioni di queste funzioni di base. E non importa
considerare, a questo livello, dal tuo punto di vista la struttura
complessiva delle simmetrie di scambio?

Cioe' non ti occorre forse il sottospazio degli stati fisici?
Post by Tetis
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Dario Bressanini
2005-11-16 09:56:18 UTC
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Post by Tetis
L'orbitale s
contiene due elettroni e l'orbitale p ne contiene un altro,
no, la configurazione elettronica del Litio e' 1s(2) 2s(1), nello stato
fondamentale. Niente orbitali p. Momento angolare totale = 0
Tetis
2005-11-11 20:29:55 UTC
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Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
Se a noi interessano proprieta' che non dipendono dallo spin, ad esempio
l'energia, posso limitarmi a studiare solo una di quelle funzioni, ad
esempio f1, perche' le altre le ricavo con semplici permutazioni. E nota
che i tre pezzi sono ortogonali, grazie alle funzioni di spin, per cui
posso usare solo uno di quelli per calcolare i valori di aspettazione
che mi interessano.
se lo stato e' di doppietto gli stati di spin ortogonali
sono due, ma tu hai tre funzioni, come fanno ad essere
mutuamente ortogonali per via dello spin? Per tutto il
resto d'accordo. Ho capito che possiamo studiare una
sola parte spaziale. Ma non come le diverse parti spaziali
si assemblano per comporre gli stati fisici del sistema.
Forse mi sono ricollegato con quello che dici prima.
Le funzioni d'onda sono autofunzioni di L ed S separatamente
Stando all'euristica degli elettroni non interagenti i valori
del fondamentale per L non possono che essere L=1
e per lo spin S non puo' che essere 1/2, due elettroni in
onda s ed un elettrone in onda p. Il termine spettroscopico
dovrebbe essere indicato dalla lettera P e dalla molteplicita'
2 associata con lo spin 1/2. Ma non sono sicurissimo di ricordarmi
la nomenclatura perche' in particolare il 2 mi sembra un'informazione
superflua in questo caso. Tuttavia E' chiaro allora che se non
consideriamo lo spin ci sono tre valori di momento angolare.
Ma ancora non mi sembra che questo sia sufficiente a studiare
le simmetrie del sistema. In particolare dove entra
la simmetria di permutazione?
Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
Morale, a livello pratico, posso studiare i nodi di una parte spaziale.
Ma dovrebbe essere quella parte spaziale che si ottiene simmetrizzando
la funzione d'onda globale compatibilmente con la struttura di spin.
Ed ho difficolta' a capire come si ottiene questa funzione. In particolare
se il diagramma di Young non e' del tipo verticale con funzione globalmente
antisimmetrica non e' ovvio se esistano piani nodali di Pauli. Tu come
ti regoli di solito?
Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
Dario
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Tetis
2005-11-12 15:25:43 UTC
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Post by Tetis
Puoi raccogliere gli elementi del gruppo delle
permutazioni in classi di elementi (sottogruppi normali)
che commutano con tutto il gruppo delle permutazioni,
nel senso che, posto "a" un elemento del gruppo ed
"y" un elemento della classe, esiste "z" nella stessa
classe in modo che ya=az. E viceversa. Volendo
conoscere la degenerazione degli autostati dell'energia
per effetto di questa simmetria procediamo per gradi.
Devo confessare che su questo punto casco sempre
in un'incertezza. I sottogruppi normali definiscono
certamente delle classi di coniugazione in gruppo.
Mentre non è vero che, in generale, per avere delle
classi di coniugazione occorra individuare dei sottogruppi
normali. In particolare la proprietà importante ai fini
dell'invarianza e dell'applicazione del lemma di Schur
è la proprietà che y e z appartengono alla stessa classe
di coniugazione, non che appartengano al medesimo
sottogruppo. Con tutto questo rimango sempre
confuso su come applichi il punto che hai implicitamente
sottolineato:

"pure se non è possibile fattorizzare la funzione d'onda
è possibile scriverla come combinazione lineare di
funzioni fattorizzate in gradi di spin e gradi orbitali"
E fin qui tutto ok.

Quello che però non è vero è che
le componenti di spin siano a loro volta fattorizzate,
in particolare non è generalmente vero che la componente
di spin sia fattorizzabile e tantomeno che sia lecito
attribuirle una definita parità per lo scambio di due
indici.
Post by Tetis
I) osserviamo che l'insieme
delle funzioni d'onda antisimmetriche rispetto allo scambio
degli indici di due elettroni puo' essere costruita da
combinazioni lineare di funzioni d'onda che non sono
autostati degli operatori di scambio, e che anzi sono
fattorizzate nelle componenti di Hilbert elementari per
lo spazio di Hilbert del sistema complessivo (che puo'
essere sempre visto come un sottospazio, soggetto al
vincolo di superselezione del teorema di spin-statistica)
del prodotto tensore dello spazio di Hilbert delle singole
particelle componenti.
II) Ora risulta che in questa base,
che e' una base per tutto lo spazio ospite, quindi in
particolare anche per il sottospazio degli stati fisici, le
funzioni d'onda possono essere arrangiate in sottospazi
che sono invarianti rispetto al gruppo delle permutazioni
ok
Post by Tetis
e tali che ogni elemento e' anche autovettore per uno
degli elementi di un dato sottogruppo normale.
no,
Post by Tetis
Si puo' dimostrare
che gli spazi cosi' costruiti in corrispondenza di sottogruppi
normali distinti sono mutuamente ortogonali e la dimensione minima di
uno di tali spazi e' pari all'ordine del sottogruppo invariante.
nemmeno, contano le classi di coniugazione.
Post by Tetis
Inoltre lo spazio complessivo puo' essere ricostruito come
somma diretta di autospazi di dimensione minima di tal fatta.
ok, specificando meglio cosa è la dimensione in rapporto
con le classi di coniugazioni.


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Dario Bressanini
2005-11-16 09:58:13 UTC
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Post by Tetis
Quello che però non è vero è che
le componenti di spin siano a loro volta fattorizzate,
Si fattorizzano come ti ho detto prima
Post by Tetis
in particolare non è generalmente vero che la componente
di spin sia fattorizzabile e tantomeno che sia lecito
attribuirle una definita parità per lo scambio di due
indici.
Verissimo. e' per questo che non possiamo trattare proprieta' dipendenti
dallo spin

Dario
Dario Bressanini
2005-11-16 09:54:12 UTC
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Tetis wrote:
<<megacut su Kohn e Sham>>

Mizze se sei dispersivo :) Lasciamo perdere la Density Functional theory
che non c'entra nulla qui (sono un chimico teorico)
In ogni caso, finche' non trovano il funzionale esatto rimarra' una
teoria approssimata.
Post by Tetis
cosi' di seguito. Il problema e' che il metodo montecarlo funziona molto
bene ed efficacemente se nel campionamento delle funzioni si
pesca sempre in zone "sostanziose". Se ci sono nodi il metodo perde
di efficacia. Questo stando a quel che ho inteso. Mi confermi che
questa e' la problematica a cui hai accennato?
Il contesto e' questo. Ma non e' che "perda di efficacia".
La questione e' che se la funzione d'onda esatta dello stato
fondamentale(sconosciuta) e' positiva ovunque, allora la puoi campionare
esattamente, e stimare quindi l'autovalore associato con un grado
arbitrario di accuratezza.
Se hai dei nodi, lo puoi fare ugualmente se i nodi sono quelli esatti.
Se sono approssimati otterrai solo un upper bound, ma non perde per
nulla di "efficacia"

Io sto cercando un modo per approssimare ii nodi con sempre maggior
accuratezza.
Post by Tetis
In tal caso perche'
non contano i "nodi spaziali"? Forse hanno una minore incidenza
rispetto a quelli complessivi dato che la funzione d'onda del fondamentale
e' spesso altamente simmetrica. Ma per i livelli superiori?
I nodi "spaziali" a cui ti riferisci tu sono i nodi degli orbitali. Nodi
in 3D. nulla a che vedere con i nodi della funzione d'onda totale.
Per me gli orbitali non esistono, non mi interessano.
Post by Tetis
<<altro megacut con Hubbard, Hund etc>>
Eddai, non disperderti. Mi interessa la matematica :)
Post by Tetis
Per il teorema di spin statistica gli autostati del sistema
molecolare considerato sono autostati di ognuno degli
operatore di scambio che scambiano gli indici elettronici.
Hanno autovalore 1 se la permutazione
e' pari, -1 se la permutazione e' dispari.
Beh, si, basta dire che una funzione di fermioni e' antisimmetrica
rispetto allo scambio delle coordinate (spaziali e di spin) di due
elettroni qualunque
Post by Tetis
egli associa
ad ogni sottogruppo invariante, indicizzato dalla sua tavoletta
di Young una specifica simmetria,
Si, i Tableaux di Young sono uno dei metodi utilizzati per costruire
funzioni d'onda con la simmetria corretta.
Post by Tetis
se lo stato e' di doppietto gli stati di spin ortogonali
sono due, ma tu hai tre funzioni, come fanno ad essere
mutuamente ortogonali per via dello spin?
Quello che intendo e' che la funzione d'onda esatta per il Li, puo'
*sempre* essere scritta come

psi = f1(1,2,3)aab + f2(1,2,3)aba + f3(1,2,3)baa

dove le funzioni spaziali f1 f2 e f3 sono sottoposte ai vincoli di
simmetria che abbiamo visto sopra.

non sono le f_i ad essere ortogonali, ma f1*aab con f2*aba ad esempio,
per via della parte di spin. Per cui puoi usarne una sola se preferisci.
E in quantum Monte carlo per atomi e molecole e' NECESSARIO togliersi
dalle scatole le variabili discrete di spin.

Dario
Tetis
2005-11-16 14:29:35 UTC
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[cut]
Post by Dario Bressanini
Si, i Tableaux di Young sono uno dei metodi utilizzati per costruire
funzioni d'onda con la simmetria corretta.
Post by Tetis
se lo stato e' di doppietto gli stati di spin ortogonali
sono due, ma tu hai tre funzioni, come fanno ad essere
mutuamente ortogonali per via dello spin?
Quello che intendo e' che la funzione d'onda esatta per il Li, puo'
*sempre* essere scritta come
psi = f1(1,2,3)aab + f2(1,2,3)aba + f3(1,2,3)baa
dove le funzioni spaziali f1 f2 e f3 sono sottoposte ai vincoli di
simmetria che abbiamo visto sopra.
Non capivo se questa affermazione ha una portata di
carattere generale, oppure se valesse strettamente nel caso
del litio per qualche ragione che conosci e che non ho
ancora compreso. Se la intendevi come un'affermazione di
carattere generale non mi risultava, per un duplice
motivo. In generale le funzioni f1(1,2,3) hanno una simmetria
che e' abbinata alla simmetria dello spin, inoltre queste
simmetrie non sono del tipo pari o dispari rispetto allo
scambio di due coordinate spaziali. Tuttavia si puo' procedere
come proponevo cercando di ritrovare i risultati che hai
enunciato. Riepilogando i ragionamenti L'unico caso in
cui si verifica completa simmetria e' se consideriamo i diagrammi

***

aab+baa+aba-aab-baa-aba = 0
unica possibilita' totalmente antisimmetrica
se partiamo da due spin identitici (condizione
che si verifica sempre, quindi i tableau con piu'
di due colonne non daranno simmetrie
ammissibili per lo spin).

oppure se consideriamo il diagramma:

*
*
*
aab+baa+aba+aab+baa+aba=2(aab+baa+aba)
unica possibilita' totalmente simmetrica con
spin totale a.

Dato che due elettroni stanno nello stesso stato
rispetto nell'approssimazione ad elettroni non
interagenti dovremmo scartare anche questo
ultimo diagramma, poiche' questo risulterebbe
abbinato ad un diagramma *** per la parte orbitale
che partendo dalle funzioni 1S(1) 1S(2) 1S(3) porterebbe
ad una combinazione totalmente antisimmetrizzata nulla.

Nel caso che gli elettroni siano interagenti la situazione e'
differente. La configurazione di spin associata risulta totalmente
simmetrica in quanto corrisponde ad una situazione di
massimo valore dello spin. Infatti applicando l'operatore
di spin+ si ottiene lo stato aaa. Ovvero S=3/2. Tuttavia la
parte orbitale corrispondente non puo' essere di minima energia.

Non rimane che il diagramma:

**
*

che invece non si esprime in termini di simmetria o
antisimmetria rispetto allo scambio di due indici qualsiasi.
Vediamo allora di costruire e poi contare le funzioni indipendenti
associate con questo diagramma di simmetria.

Ricordo brevemente la procedura suggerita da Landau
per ottenere un sistema di funzioni dispari rispetto
allo scambio di coordinate e spin con la degenerazione
di scambio relativa ad un assegnato tableau. Si riempie
il tableau con gli indici da 1 a tre. E si considerano le funzioni
1s(1) 1s(2) 2s(3). Quindi si simmetrizza rispetto a ciascuna
riga e poi si antisimmetrizza rispetto allo scambio di indici
scelti con il criterio di appartenere ciascuno ad una ed una
sola differente riga (quale indice si considera per ogni riga
e' indifferente stante la simmetrizzazione effettuata). A questo
punto le funzioni totalmente antisimmetriche risulteranno da
combinazioni lineari di due funzioni FS.

Dopo l'antisimmetrizzazione le funzioni ottenute non saranno
in generale simmetriche rispetto allo scambio di due indici.
Mentre e' vero che esisteranno due indici, rispetto allo scambio
dei quali, la funzione risultera' antisimmetrica. Consideriamo
ad esempio le due funzioni ottenute seguendo questa procedura:

F1(123)=f(123)+f(213)-f(321)-f(231)
F2(123)=f(231)+f(321)-f(132)-f(312)

[nella rappresentazione ad elettroni indipendenti un
rappresentante di F1 risulta:
F1(123)=2[1s(1)^2s(3)]1s(2)
dove ^ sta per prodotto antisimmetrico]

Per la prima delle due funzioni
risulta antisimmetria rispetto allo scambio degli indici 13
nella prima funzione, ed e' questo quello che potrebbe
essere utile allo scopo di individuare i nodi. Pero' tu dici che
le funzioni sono tre. Mentre secondo questa considerazione
ne risulterebbero solo due. Puoi verificare tu stesso che
considerando le permutazioni degli elementi della prima
funzione si ottengono sempre combinazioni lineari di F1
ed F2. Infatti:

123
231

applica F1 in F2

123
312

applica:

F1(123)=f(123)+f(213)-f(321)-f(231)
F2(123)=f(231)+f(321)-f(132)-f(312)

in:

(f(312)+f(132)-f(213)-f(123)=-(F1+F2)
f(123)+f(213)-f(321)-f(231)=F1

mentre lo scambio di due indici 1,2 applica

F1(123)=f(123)+f(213)-f(321)-f(231)
F2(123)=f(231)+f(321)-f(132)-f(312)

in:

f(213)+f(123)-f(312)-f(132) = F1 + F2
f(132)+f(312)-f(231)-f(321) = - F2

con queste tre simmetrie ottieni tutte le altre e quindi
risulta che F1 ed F2 formano una base per un'autospazio
invariante rispetto a tutte le simmetrie del gruppo di permutazione
e questo autospazio e' di dimensione 2.
Post by Dario Bressanini
non sono le f_i ad essere ortogonali, ma f1*aab con f2*aba ad esempio,
per via della parte di spin. Per cui puoi usarne una sola se preferisci.
E in quantum Monte carlo per atomi e molecole e' NECESSARIO togliersi
dalle scatole le variabili discrete di spin.
D'accordo, ma come scrivi tu queste tre funzioni?
Nota che apparentemente le funzioni del tipo:

F1(123)=2[1s(1)^2s(3)]1s(2)

possono essere costruite in tre modi, secondo che
entro il 2s stia la variabile 1 o la variabile 3, ma
si tratta di apparenza perche' 1s^2s(1,3) significa
(1s 2s - 2s 1s)(1,3) = 1s(1) 2s(3) - 2s(1) 1s(3).
quindi, almeno a me, riesce possibile trovare
solo due di queste combinazioni. In accordo con
il risultato generale detto prima. Inoltre sono ammesse
due funzioni di spin con la stessa simmetria secondo che
si scelga la terna aab di spin a o la terna abb di spin b.
Ognuno dei due elementi del doppietto risulta doppiamente
degenere per via della degenerazione di scambio. Come
fai tu ad ottenere degenerazione tre?
Post by Dario Bressanini
Dario
Ciao.



--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Tetis
2005-11-16 17:21:09 UTC
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Post by Dario Bressanini
Si, i Tableaux di Young sono uno dei metodi utilizzati per costruire
funzioni d'onda con la simmetria corretta.
Post by Tetis
se lo stato e' di doppietto gli stati di spin ortogonali
sono due, ma tu hai tre funzioni, come fanno ad essere
mutuamente ortogonali per via dello spin?
Quello che intendo e' che la funzione d'onda esatta per il Li, puo'
*sempre* essere scritta come
psi = f1(1,2,3)aab + f2(1,2,3)aba + f3(1,2,3)baa
dove le funzioni spaziali f1 f2 e f3 sono sottoposte ai vincoli di
simmetria che abbiamo visto sopra.
Non capivo se questa affermazione avess una portata di
carattere generale, oppure se valesse strettamente nel caso
del litio per qualche ragione che conosci e che non avevo
ancora compreso. Se la intendevi come un'affermazione di
carattere generale non mi risultava, per un duplice
motivo. In generale le funzioni f1(1,2,3) hanno una simmetria
che e' abbinata alla simmetria dello spin, inoltre queste
simmetrie non sono del tipo pari o dispari rispetto allo
scambio di due coordinate spaziali. Tuttavia si puo' procedere
come proponevo cercando di ritrovare i risultati che hai
enunciato. Riepilogando i ragionamenti L'unico caso in
cui si verifica completa simmetria e' se consideriamo i diagrammi

***

aab+baa+aba-aab-baa-aba = 0
unica possibilita' totalmente antisimmetrica
se partiamo da due spin identitici (condizione
che si verifica sempre, quindi i tableau con piu'
di due colonne non daranno simmetrie
ammissibili per lo spin).

oppure se consideriamo il diagramma:

*
*
*
aab+baa+aba+aab+baa+aba=2(aab+baa+aba)
unica possibilita' totalmente simmetrica con
spin totale a.

Dato che due elettroni stanno nello stesso stato
rispetto nell'approssimazione ad elettroni non
interagenti dovremmo scartare anche questo
ultimo diagramma, poiche' questo risulterebbe
abbinato ad un diagramma *** per la parte orbitale
che partendo dalle funzioni 1S(1) 1S(2) 2S(3) porterebbe
ad una combinazione totalmente antisimmetrizzata nulla.

Nel caso che gli elettroni siano interagenti la situazione e'
differente. La configurazione di spin associata risulta totalmente
simmetrica in quanto corrisponde ad una situazione di
massimo valore dello spin. Infatti applicando l'operatore
di spin+ si ottiene lo stato aaa. Ovvero S=3/2. Tuttavia la
parte orbitale corrispondente non puo' essere di minima energia.

Non rimane che il diagramma:

**
*

che invece non si esprime in termini di simmetria o
antisimmetria rispetto allo scambio di due indici qualsiasi.
Vediamo allora di costruire e poi contare le funzioni indipendenti
associate con questo diagramma di simmetria.

Ricordo brevemente la procedura suggerita da Landau
per ottenere un sistema di funzioni dispari rispetto
allo scambio di coordinate e spin con la degenerazione
di scambio relativa ad un assegnato tableau. Si riempie
il tableau con gli indici da 1 a tre. E si considerano le funzioni
1s(1) 1s(2) 2s(3). Quindi si simmetrizza rispetto a ciascuna
riga e poi si antisimmetrizza rispetto allo scambio di indici
scelti con il criterio di appartenere ciascuno ad una ed una
sola differente riga (quale indice si considera per ogni riga
e' indifferente stante la simmetrizzazione effettuata). A questo
punto le funzioni totalmente antisimmetriche risulteranno da
combinazioni lineari di due funzioni FS.

Dopo l'antisimmetrizzazione le funzioni ottenute non saranno
in generale simmetriche rispetto allo scambio di due indici.
Mentre e' vero che esisteranno due indici, rispetto allo scambio
dei quali, la funzione risultera' antisimmetrica. Consideriamo
ad esempio le due funzioni ottenute seguendo questa procedura:

F1(123)=f(123)+f(213)-f(321)-f(231)
F2(123)=f(231)+f(321)-f(132)-f(312)

[nella rappresentazione ad elettroni indipendenti un
rappresentante di F1 risulta:
F1(123)=2[1s(1)^2s(3)]1s(2)
dove ^ sta per prodotto antisimmetrico]

Per la prima delle due funzioni
risulta antisimmetria rispetto allo scambio degli indici 13
nella prima funzione, ed e' questo quello che potrebbe
essere utile allo scopo di individuare i nodi. Pero' tu dici che
le funzioni sono tre. Mentre secondo questa considerazione
ne risulterebbero solo due. Puoi verificare tu stesso che
considerando le permutazioni degli elementi della prima
funzione si ottengono sempre combinazioni lineari di F1
ed F2. Infatti:

123
231

applica F1 in F2

123
312

applica:

F1(123)=f(123)+f(213)-f(321)-f(231)
F2(123)=f(231)+f(321)-f(132)-f(312)

in:

(f(312)+f(132)-f(213)-f(123)=-(F1+F2)
f(123)+f(213)-f(321)-f(231)=F1

mentre lo scambio di due indici 1,2 applica

F1(123)=f(123)+f(213)-f(321)-f(231)
F2(123)=f(231)+f(321)-f(132)-f(312)

in:

f(213)+f(123)-f(312)-f(132) = F1 + F2
f(132)+f(312)-f(231)-f(321) = - F2

con queste tre simmetrie ottieni tutte le altre e quindi
risulta che F1 ed F2 formano una base per un'autospazio
invariante rispetto a tutte le simmetrie del gruppo di permutazione
e questo autospazio e' di dimensione 2.
Post by Dario Bressanini
non sono le f_i ad essere ortogonali, ma f1*aab con f2*aba ad esempio,
per via della parte di spin. Per cui puoi usarne una sola se preferisci.
E in quantum Monte carlo per atomi e molecole e' NECESSARIO togliersi
dalle scatole le variabili discrete di spin.
D'accordo, ma come scrivi tu queste tre funzioni?
Nota che apparentemente le funzioni del tipo:

F1(123)=2[1s(1)^2s(3)]1s(2)

possono essere costruite in tre modi, secondo che
entro il 2s stia la variabile 1 o la variabile 3, ma
si tratta di apparenza perche' 1s^2s(1,3) significa
(1s 2s - 2s 1s)(1,3) = 1s(1) 2s(3) - 2s(1) 1s(3).
quindi, almeno a me, riesce possibile trovare
solo due di queste combinazioni. In accordo con
il risultato generale detto prima. Inoltre sono ammesse
due funzioni di spin con la stessa simmetria secondo che
si scelga la terna aab di spin a o la terna abb di spin b.
Ognuno dei due elementi del doppietto risulta doppiamente
degenere per via della degenerazione di scambio. Come
fai tu ad ottenere degenerazione tre?
Post by Dario Bressanini
Dario
Ciao.

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Tetis
2005-11-17 10:37:36 UTC
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Post by Dario Bressanini
Quello che intendo e' che la funzione d'onda esatta per il Li, puo'
*sempre* essere scritta come
psi = f1(1,2,3)aab + f2(1,2,3)aba + f3(1,2,3)baa
dove le funzioni spaziali f1 f2 e f3 sono sottoposte ai vincoli di
simmetria che abbiamo visto sopra.
Provo a dare una motivazione sintetica del perche' credo che le
funzioni di base per la parte orbitale del fondamentale siano
due.

Abbiamo anzitutto due casi da considerare:
funzione d'onda orbitale simmetrica e parte di spin antisimmetrica
e caso contrario.
La prima eventualita' non e' permessa perche' una configurazione
totalmente antisimmetrica con tre spin non e' permessa.
La seconda eventualita' impone che lo stato sia un quintetto di
spin 3/2 e l'evidenza che citavi e' che il fondamentale e' un doppietto di
spin. D'altra parte le rappresentazioni irriducibili sono una per ognuna
delle classi di coniugazione del gruppo S3. Questo gruppo ha tre classi
di coniugazione:

I
***

II
**
*

e
III
*
*
*

le rappressentazioni globalmente simmetriche o globalmente
antisimmetriche del gruppo delle permutazioni sono unidimensionali.
D'altra parte la somma dei quadrati delle dimensioni delle rappresentazioni
irriducibili e' uguale alla dimensione del gruppo che nel caso S3 e' 6
dobbiamo allora risolvere l'equazione
1+d^2+1=6
donde ricaviamo la dimensione delle seconda rappresentazione,
quella coinvolta nella rappresentazione irriducibile della simmetria
della parte orbitale della funzione d'onda dello stato fondamentale
del litio. Questa dimensione e' d=2.
Post by Dario Bressanini
Dario
Ciao ed ancora grazie per la svegliata
mi stavo completamete cancellando la
teoria dei gruppi.


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Tetis
2005-11-18 21:35:30 UTC
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Post by Dario Bressanini
Quello che intendo e' che la funzione d'onda esatta per il Li, puo'
*sempre* essere scritta come
psi = f1(1,2,3)aab + f2(1,2,3)aba + f3(1,2,3)baa
dove le funzioni spaziali f1 f2 e f3 sono sottoposte ai vincoli di
simmetria che abbiamo visto sopra.
Forse mi sono ricollegato davvero a quello che scrivevi
si puo', di comodo ricorrere a tre funzioni di sviluppo che non
sono mutuamente ortogonali specie in vista di tenere
poi conto dei gradi di spin. Ma allora siccome lo stato di
spin e' di doppietto, se poniamo lo spin lungo z pari ad 1/2
possiamo esprimere questo come (a^b)a che da' luogo a
tre monomi che sono quelli che scrivevi tu. aab, baa, aba.
Osservando che in aab lo scambio di a con a lascia il monomio
invariato deve risultare anche che f1(1,2,3) per scambio di
1,2 cambia segno. Quindi la funzione f1 e' anti-simmetrica,
per scambio dei primi due indici. Potremmo chiudere qua,

oppure, con piu' fatica, possiamo osservare che
occorre verificare che:

esistano tre combinazioni lineari delle funzioni
F1 ed F2, costruite in accordo alla irreps :
**
*
che abbiamo stabilito essere adatta a descrivere il fondamentale
del Litio e tali che lo scambio di 1,2 porta f1 in -f1 f2 in -f3 ed f3 in
-f2
e tale che la rotazione di 1,2,3 porti f1 in f2, f2 in f3 ed f3 in f1.

Si ragionare in modo generale, osservando
semplicemente che lo scambio di 1,2 porta aab in aab
e per l'antisimmetria globale occorre che f1, se esiste sia
antisimmetrica. Ma con appena piu' fatica possiamo aggiungere
che questa funzione esiste perche' la rappresentazione
ha due righe, quindi basta campirla con numeri in
ordine crescente verso giu' e verso destra. Ed in particolare
mettere 1 2 nella prima colonna e 3 nella seconda.

con ulteriore fatica possiamo osservare
che comunque la condizione ciclica e' garantita,
e che abbiamo due tavole di Young
associate allo stesso diagramma e che una di queste
porta ad una funzione antisimmetrica per lo scambio
di 1,2. A quel punto si inizia da questa funzione e
si ottiene f2 per rotazione degli indici 1,2,3, ed f3 per
ulteriore rotazione. Potremmo dire di aver finito qua,

tuttavia anche piu' fatica deve portare ad uguale appagamento:
e quindi, volendo guardare in faccia le funzioni in questione,
forte dell'esercizio della volta scorsa ricordo che
l'effetto della rotazione degli
indici e' di applicare F1 in F2 ed F2 in -F1-F2 e quindi
quest'ultima funzione per effetto della rotazione e' applicata
in F1. Mentre lo scambio 1,2 applica F1 in F1+F2 ed F2 in
-F2 e dunque F1+F2 in F1. Allora ponendo:


f1 = F2
f2 =-(F1+F2)
f3= F1

risultano verificate le due condizioni simultanea.
Si procede in questo modo delle tre funzioni
una deve essere F1 la seguente F2 la terza
-(F1+F2) siccome pero' l'unica dispari per scambio
degli indici 1,2 e' F2 allora deve essere f1 = F2, il
resto, va da se, non lo so.

Un modo meno divinatorio deve comunque portare
ad uguale appagamento.

L'effetto dello scambio dei primi due indici per essere
compatibile con la scrittura di cui sopra dovrebbe essere:
che f1 va in - f1, f2 va in -f3 ed f3 in -f2.
mentre per rotazione f1 va in f2, f2 in f3 ed f3 in f1.
Allora si impostano queste combinazioni cercando
f1 ed f2 ed f3 come combinazioni lineari di F1 ed F2
il risultato sono dodici equazioni in sei incognite.
Di queste dodici equazioni, quelle che derivano
dallo condizione di scambio di 1,2 solo due sono
indipendenti, avanzano dunque otto equazioni.
da cui discendono le altre. L'unico passo difficoltoso
e' l'individuazione di f2.


E come scriveva Montale, al fine della fatica il
dottor Albert Schweitzer
si asciugo' il sudore dalla fronte perche' aveva
gettato pesci vivi a pellicani famelici, sicche'
al rilievo che sono Vita anche i pesci, ma di
gerarchia inferiore si chiese:

a quale gerarchia apparteniamo noi ed in quali fauci?

:-) grazie ancora, anche se mi sono
imposto da solo un, forse gratuito,
giro di chiglia, adesso mi sembra che
sia tutto coerentemente nello stesso
quadro. Dal semplice al difficile. Ma tu
quanto tempo ci hai impiegato a trovare
questa idea cosi' semplice da apparire
impossibile?

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Tetis
2005-11-16 18:38:21 UTC
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Come avrebbe detto uno scriba sumero, che ci avrebbe
impiegato certamente meno a capire la questione.
TABULA RASA
Ma perche' siete cosi' gentili da non correggermi
quando dico questi sfondoni.
Post by Tetis
Questa scomposizione dello spazio di Hilbert "prodotto tensore"
degli spazi di singola particella prende il nome di rappresentazione
l'antisimmetrizzazione di un autospazio invariante ne
conserva la dimensione. A priori potrebbe verificarsi di no.
Tuttavia la teoria garantisce questa circostanza.
Ed infatti e' proprio quell' "a priori" che si verifica :-<
Ed allora GRAZIE ! ! ! Perche' da qualche mese
lottavo con questa contraddizione fra l'intuizione che
mi suggeriva una cosa e questa affermazione di
pregiudizio. E non riuscivo a dare spessore all'intuizione
che i gradi di liberta' di un sistema di elettroni sono
tanti davvero.
Post by Tetis
Una volta che ci siamo accertati di questo, possiamo
concludere che lo spazio degli stati fisici puo' essere scomposto
nella somma diretta di spazi invarianti di dimensione pari all'ordine
dei sottogruppi invarianti. Non abbiamo bisogno d'altro per
concludere che esiste una degenerazione, associata
al teorema di spin-statistica, che non puo' essere rimossa da alcun
tipo di interazione della teoria quantistica ___relativistica o no___.
E dire che ci avevo messo un bel po' di fatica e di stress
mentale a convincermi di questa eresia, avrei dovuto pur
sospettare che ci fosse qualche errore.
Senza nulla togliere al teorema di spin statistica, anzi! La
sua conseguenza e' proprio che nelle teorie quantistiche
dei campi la degenerazione di scambio viene completamente
rimossa, come si ottiene anche nella meccanica quantistica
classica di Dirac aggiungendo il postulato di simmetrizzazione.
Come dicono poi gli autori del libro che ti ho linkato la formulazione
ondulatoria non richiede il postulato di simmetrizzazione per
contenere questo risultato (fatto del quale mi accorsi tempo
addietro, sostenendo molteplici discussioni con Valter).
Post by Tetis
Non esistono condizioni "quotidiane",
diciamo cosi', ma nemmeno eccezionali (entro gli acceleratori,
per dire), che scalfiscono questo teorema. Non banale tuttavia
considerare l'effetto dell'entanglement con elettroni lontani.
Questa e' un'altra faccenda, che da quello che ho faticosamente
cercato di comprendere, non scalfisce la degenerazione di scambio.
Al contrario esistono, proprio perche', fortunatamente, la degenerazione
di scambio viene rimossa completamente delle evidenze quotidiane di
espressioni a livello classico della soggiacente statistica non degenere
di Bose e di Fermi, nonche' della loro combinazione. Fatto del quale
si hanno varie semplici applicazioni.

Spero che come queste discussioni sono state utili a me altrettanto posso
avere contribuito per voi. Spero in particolare che quanto ho scritto
sull'atomo di Litio possa essere di qualche utilita'.
Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
Morale, a livello pratico, posso studiare i nodi di una parte spaziale.
Ed anche trattare con metodi della geometria multidimensionale
problemi di topologia che conducono all'esistenza di nodi in
configurazioni a piu' particelle. No?
Post by Tetis
Post by Dario Bressanini
Dario
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Dario Bressanini
2005-11-10 10:11:10 UTC
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Post by Tetis
Possono essere importanti
gli altri invarianti dell'hessiano? Suppongo di si, ma ancora prima
conta la configurazione spaziale delle sorgenti.
Parlando di atomi e molecole, intendi i nuclei quando parli di
"sorgenti"? Ovviamente non gli elettroni, visto che consideriamo la loro
funzione d'onda
Post by Tetis
Date quattro cariche
per esempio c'e' un punto dove il potenziale si annulla.
E questo che cosa implica?
Post by Tetis
Oppure e' utile SO(4)
nel caso di potenziale coulombiano. E che si puo' immergere lo scambio
fra le parti orbitali degli elettroni in SU(N). Mentre non capisco se e dove
puo' essere utile l'intero SU(N). A meno che emergano particolari equazioni
efficaci in qualche contesto specifico mi sembra che non si vada oltre
la rappresentazione in SU(N) del gruppo delle permutazioni. Mi sbaglio?
Ma SO(4) e' utile solo per l'atomo di idrogeno, o mi sbaglio? (dove
salta fuori il vettore di Runge-Lenz)

Non sono un gran conoscitore della teoria dei gruppi, ma ho sempre visto
solo applicazioni del gruppo simmetrico o, se vuoi, del gruppo delle
permutazioni.

Dario
Tetis
2005-11-10 15:00:37 UTC
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Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Possono essere importanti
gli altri invarianti dell'hessiano? Suppongo di si, ma ancora prima
conta la configurazione spaziale delle sorgenti.
Parlando di atomi e molecole, intendi i nuclei quando parli di
"sorgenti"? Ovviamente non gli elettroni, visto che consideriamo la loro
funzione d'onda
Si stavo solo pensando alla funzione potenziale che verifica
l'equazione di Laplace. Per il caso delle funzioni d'onda, in
generale, il laplaciano in forma armonica non interviene anche
se consideriamo le soluzioni stazionarie dell'equazione di
Schroedinger in forma non interagente. Anche ammesso che
si possa fattorizzare la funzione d'onda nucleare, con
l'approssimazione di massa infinita, rimane un'equazione in
forma iperbolica. A meno che poi non si possa ulteriormente
fattorizzare una parte che dipende solo dalle coordinate
interelettroniche e considerare qualche caso specifico.
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Date quattro cariche
per esempio c'e' un punto dove il potenziale si annulla.
E questo che cosa implica?
che c'e' una superfice chiusa dove il potenziale si annulla,
anche se questa superfice non e' una superfice a gradiente nullo.
Quindi nulla di particolarmente rilevante.
In genere pero' configurazioni, degeneri, come si chiamano,
nello spazio delle coordinate di un sistema coulombiano,
possono dar luogo a quelle che si chiamano configurazioni
centrali, che hanno un ruolo basilare nello studio delle strutture
orbitali e nella riduazione dei problemi di integrazione.
Post by Dario Bressanini
Post by Tetis
Oppure e' utile SO(4)
nel caso di potenziale coulombiano. E che si puo' immergere lo scambio
fra le parti orbitali degli elettroni in SU(N). Mentre non capisco se e dove
puo' essere utile l'intero SU(N). A meno che emergano particolari equazioni
efficaci in qualche contesto specifico mi sembra che non si vada oltre
la rappresentazione in SU(N) del gruppo delle permutazioni. Mi sbaglio?
Ma SO(4) e' utile solo per l'atomo di idrogeno, o mi sbaglio? (dove
salta fuori il vettore di Runge-Lenz)
Si certamente, potenziale coulombiano centrale. Il centro e' fisso.
Post by Dario Bressanini
Non sono un gran conoscitore della teoria dei gruppi, ma ho sempre visto
solo applicazioni del gruppo simmetrico o, se vuoi, del gruppo delle
permutazioni.
Dario
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Elio Fabri
2005-11-08 19:33:37 UTC
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Post by Tetis
Bhe, ma hai una funzione differenziabile f(x,y) poi sai che
esistono due curve con vettori direttori non coincidenti in
zero e lungo cui f(x1(t),y1(t))=f(x2(t),y2(t)) = 0.
OK, mi hai battuto sul tempo.
Giusto per dire qualcosa, aggungo che si sta parladno di proprieta'
_differenziali_, ossia, per usare il linguaggio "abominevole" dei
fisici, valide in un intorno infinitesimo del punto.
Al primo ordine tutte le funzioni differenziabili sono lineari, e una
funzione lineare che sia costante lungo due direzioni indip. non puo'
che essere costante.
Post by Tetis
Se i vettori direttori di queste curve vengono a coincidere la
situazione e' piu' delicata. Sospetto si possa anche trovare un
controesempio, ma nel caso che le due curve tuttavia non
coincidessero, sotto opportune ipotesi circa la variabilita' del
gradiente, dovrebbe essere possibile dimostrare che il gradiente e'
nullo.
Direi che il controesempio ci dovrebbe essere, ma per ora non l'ho
trovato...
Post by Tetis
Scusate se avessi ripetuto cose gia' dette, ma non ho avuto il
tempo di leggere tutto il thread.
No. Incredibilmente nessuno aveva ancora affferrato il punto.
Ci voleva un fisico :-))
--
Elio Fabri
Dario Bressanini
2005-11-09 15:28:52 UTC
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Post by Elio Fabri
Giusto per dire qualcosa, aggungo che si sta parladno di proprieta'
_differenziali_, ossia, per usare il linguaggio "abominevole" dei
fisici, valide in un intorno infinitesimo del punto.
Grazie Elio. non e' che riesci a dire anche qualcosa di "abominevole"
per quel che riguarda la condizione con laplaciano nullo a cui accennavo
sopra? :)

Dario
Elio Fabri
2005-11-10 20:45:56 UTC
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Post by Dario Bressanini
Grazie Elio. non e' che riesci a dire anche qualcosa di "abominevole"
per quel che riguarda la condizione con laplaciano nullo a cui
accennavo sopra? :)
Come no! Mi ero gia' ripromesso di farlo...

Se il gradiente e' nullo, la funzione puo' essere aprrossimata coi
termini quadratici:

f(x,y) = a*x^2 + 2*b*x*y + c*y^2.

La condizione di laplaciano nullo impone c=-a, quindi

f(x,y) = a*(x^2 - y^2) + 2*b*x*y.

Le tangenti avranno equazioni y=kx: sostituendo trovi un 'eq. di II
grado per k:

a*(1 - k^2) + 2*b*k = 0 (*)

le cui radici hanno prodotto -1, e corrisondono quindi a due rette
ortogonali.

Si puo' anche vedere la cosa in altro modo, piu' utile per il seguito.
Poniamo k = tg(phi). Allora la (*) si scrive

tg(2*phi) = -a/b

le cui soluzioni per phi differiscono per multipli di pi/2: ancora
rette ortogonali.

Ci sarebbe un terzo modo, ancora piu' semplice, di risolvere il
problema; ma richiede l'uso di numeri complessi, che mi pare non ti
vadano a genio ;-)

Passiamo al caso in cui anche le derivate seconde sono nulle, si' che
f parte da termini di III ordine:

f = a*x^3 + 3*b*x^2*y + 3*c*x*y^2 + d*y^3.

La condizione di lapl. nullo richiede ora c = -a, d = -b:

f = a*(x^3 - 3*y^2) + b*(3*x^2*y - y^3).

Pongo di nuovo y = x*tg(phi) e trovo

a(1 - 3*tg^2(phi)) + b*(3*tg(phi) - tg^3(phi)) = 0

ossia

tg(3*phi) = -b/a.

Quindi le soluzionei per phi differiscono per multipli di pi/6.

La generalizzazione a questo punto e' ovvia...
Ma la dimostrazione e' semplice solo usando i complessi.
--
Elio Fabri
Dario Bressanini
2005-11-11 08:19:23 UTC
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Post by Elio Fabri
Ci sarebbe un terzo modo, ancora piu' semplice, di risolvere il
problema; ma richiede l'uso di numeri complessi, che mi pare non ti
vadano a genio ;-)
In realta' i numeri complessi mi piacciono, ma mi trovo a disagio quando
si applicano per dimostrare qualcosa nel dominio reale :)

Nel caso particolare la "dimostrazione" (J.chem.Phys. vol 57, pag 5578
(1972)) piu' o meno dice: supponiamo che vi siano dei nodi che si
intersecano in (0,0), approssimiamo la funzione con un polinomio
P_n(x,y), ora usiamo due nuove variabili z e z_coniugato e sostituendo
in P ho un polinomio Q(z,z*). La condizione di laplaciano nullo diventa
una derivata seconda mista rispetto a z e z*. Poiche' Q e' reale
questo implica che Q(z,z*) = Re[a z^n] con a una costante. Ma questa
espressione si azzera lungo n linee che si intersecano in (0,0)

Ecco, mi mete a disagio il cambio di variabili z e z*, e non mi e'
chiaro da dove arrivi la formula Re[a z^n]
Post by Elio Fabri
La generalizzazione a questo punto e' ovvia...
Ma la dimostrazione e' semplice solo usando i complessi.
Hai fatto 30, fai anche 31 :)

Dario
Elio Fabri
2005-11-13 20:04:59 UTC
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Post by Dario Bressanini
In realta' i numeri complessi mi piacciono, ma mi trovo a disagio
quando si applicano per dimostrare qualcosa nel dominio reale :)
Nel caso particolare la "dimostrazione" (J.chem.Phys. vol 57, pag 5578
(1972)) piu' o meno dice: supponiamo che vi siano dei nodi che si
intersecano in (0,0), approssimiamo la funzione con un polinomio
P_n(x,y), ora usiamo due nuove variabili z e z_coniugato e sostituendo
in P ho un polinomio Q(z,z*). La condizione di laplaciano nullo
diventa una derivata seconda mista rispetto a z e z*. Poiche' Q e'
reale questo implica che Q(z,z*) = Re[a z^n] con a una costante. Ma
questa espressione si azzera lungo n linee che si intersecano in (0,0)
Ecco, mi mete a disagio il cambio di variabili z e z*, e non mi e'
chiaro da dove arrivi la formula Re[a z^n]
Capisco, ma il disagio non e' giustificato.
Il piano R^2 e il piano C non sono entita' misteriose: entro
certi limiti sono la stessa cosa.

Perche' ho detto "entro certi limiti"?
Perche' C ha una struttura piu' ricca: e' definito il prodotto di due
numeri complessi, anzi e' un campo.
Viceversa in R^2 sono permesse operazioni che non sono "lecite" in C:
se n'e' parlato nel thread "Spazio vettoriale R^2, C^1".
Per es. non tutte le funzioni lineari R^2 --> R^2 sono funzioni
lineari C --> C.

Pero' e' certo che ogni funzione R^2 --> R^2 puo' essere vista anche
come funzione C --> C, ma non sara' in generale una funzione olomorfa.
Ancora: (e' il caso che c'interessa) un polinomio omogeneo in (x,y)
non e' in generale la parte reale di un polinomio in z.
Esempio banale: x^2+y^2.

La cosa "curiosa" e' che la condizione perche' il gioco funzioni e'
che il detto polinomio abbia laplaciano nullo.
Come mai? Questo ha a che fare con le condizioni di Cauchy-Riemann, ma
non vorrei dilungarmi troppo.

Riprendiamo il nostro esempio del polinomio di secondo grado con
laplaciano nullo:

f(x,y) = a*(x^2 - y^2) + 2*b*x*y.

E' ovvio che x^2 - y^2 e' la parte reale di z^2, mentre 2*x*y e' la
parte immaginaria. Dunque

f(x,y) = a*Re(z^2) + b*Im(z^2) = Re((a-ib)*z^2).

Se passiamo al terzo grado e' lo stesso: ci sono due polinomi indip. a
laplaciano nullo, e sono Re(z^3) e Im(z^3).
E lo stesso e' vero a qualunque grado.

Quindi al grado n avrai Re(c*z^n), con c complesso qualsiasi.
--
Elio Fabri
Dario Bressanini
2005-11-16 09:59:25 UTC
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Post by Elio Fabri
Il piano R^2 e il piano C non sono entita' misteriose: entro
certi limiti sono la stessa cosa.
si ma come generalizzi a n dimensioni la dimostrazione con il laplaciano
nullo ?

Dario
Tetis
2005-11-14 10:29:59 UTC
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Post by Elio Fabri
Passiamo al caso in cui anche le derivate seconde sono nulle, si' che
f = a*x^3 + 3*b*x^2*y + 3*c*x*y^2 + d*y^3.
Quindi la condizione di laplaciano nullo deve
essere valida in tutto l'intorno considerato e non solo
nel punto, corretto? In tal caso state andando a
parare su una presentazione elementare delle proprieta'
dei polinomi armonici. Ed allora la generalizzazione si
ha anche in tre, quattro, ed n dimensioni. Ma suppongo
che tre possano essere sufficienti.

Riguardo alle armoniche sferiche: di certo esistono
trattazioni elementari del soggetto che usano solo nozioni
riguardo alle funzioni trigonometriche, non che la funzioni
trigonometriche siano piu' elementari dei polinomi complessi,
ma in effetti sono piu' "visibili".

Ultima osservazione. Non necessita in generale che
il laplaciano sia nullo. Basta che la parte sferica sia
un'autofunzione del momento angolare, o tutt'al piu'
una somma di autofunzioni del momento angolare
pesate con componenti radiali opportunamente
decrescenti.
Post by Elio Fabri
f = a*(x^3 - 3*y^2) + b*(3*x^2*y - y^3).
Pongo di nuovo y = x*tg(phi) e trovo
a(1 - 3*tg^2(phi)) + b*(3*tg(phi) - tg^3(phi)) = 0
ossia
tg(3*phi) = -b/a.
Quindi le soluzionei per phi differiscono per multipli di pi/6.
La generalizzazione a questo punto e' ovvia...
Ma la dimostrazione e' semplice solo usando i complessi.
--
Elio Fabri
--------------------------------
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Elio Fabri
2005-11-15 19:52:07 UTC
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Quindi la condizione di laplaciano nullo deve essere valida in tutto
l'intorno considerato e non solo nel punto, corretto?
Oppure si deve chiedere che insieme al laplaciano si annullino in quel
punto tutte le sue derivate.
...
Ultima osservazione. Non necessita in generale che il laplaciano sia
nullo.
Non necessita a che scopo?
--
Elio Fabri
Tetis
2005-11-16 11:15:16 UTC
Permalink
Post by Elio Fabri
Quindi la condizione di laplaciano nullo deve essere valida in tutto
l'intorno considerato e non solo nel punto, corretto?
Oppure si deve chiedere che insieme al laplaciano si annullino in quel
punto tutte le sue derivate.
...
Ultima osservazione. Non necessita in generale che il laplaciano sia
nullo.
Non necessita a che scopo?
Di ottenere delle funzioni con struttura dei nodi governate da
funzioni trigonometriche, chiaro che pero' in tre dimensioni
si possono ottenere configurazioni di grado k con degenerazioni
legate alla molteplicita' del momento angolare totale lungo z,
per esempio. Quindi in generale in piu' di due dimensioni le
situazioni mi sembra che siano piu' strutturate.
Post by Elio Fabri
--
Elio Fabri
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Elio Fabri
2005-11-18 19:36:09 UTC
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Post by Dario Bressanini
si ma come generalizzi a n dimensioni la dimostrazione con il
laplaciano nullo ?
Purtroppo qui C non serve piu'...
Post by Dario Bressanini
Di ottenere delle funzioni con struttura dei nodi governate da
funzioni trigonometriche, chiaro che pero' in tre dimensioni
si possono ottenere configurazioni di grado k con degenerazioni
legate alla molteplicita' del momento angolare totale lungo z,
per esempio. Quindi in generale in piu' di due dimensioni le
situazioni mi sembra che siano piu' strutturate.
Senza dubbio.
Pero' se ci si ferma la grado piu' basso (solo laplaciano nulo, senza
le derivate) la classificazione e' semplice.

Al secondo ordine intorno a un punto di gradiente nullo la funzione si
approssima con una forma quadratica

\sum a_{ik} x^i x^k (1)

il cui laplaciano non e' che la traccia della matrice a_{ik}.

Con una trasf. ortogonale possiamo diagonalizzare la matrice, e la (1)
diventa

\sum c_k (x^k)^2.

Dato che la somma dei c_k e' nulla, la classificazione delle possibili
singolarita' si riduce alle possibili segnature dei c_k, che sono in
numero di Int(n/2).
(Trascuro gli autovalori nulli, che in sostanza non fanno che ridurre
la dimensione del problema.)

Per es. per n=3 abbiamo un solo tipo di singolarita': un cono.
Attenzione che non sara' in genere un cono circolare, ma ellittico.
Per n=4 ci sono due tipi: un "ipercono" come il cono-luce di Minkowski,
e il caso con due autovalori positivi e due negativi, che non so
vedere.

Non mi azzardo ad andare oltre, ne' a studiare la classificazione delle
singolarita' cubiche.
Immagino sia materia di competenza della geometria algebrica: qualche
matematico potrebbe dire che cosa si sa in proposito?
--
Elio Fabri
rez
2005-11-08 22:51:14 UTC
Permalink
Post by Dario Bressanini
Ora supponiamo di avere una funzione z(x,y) che non riesco a
fattorizzare algebricamente in un prodotto come quello sopra, pero'
graficamente vedo, disegnando gli zeri, che come prima ci sono due linee
dove z=0 che si intersecano in (0,0).
Stai facendo, anche considerando i successivi post, una
questione complicata quando invece e` una situazione molto
semplice; e non e` che il gradiente c'entri molto, a meno
che tu non sia alle prese con roba di fisica matematica
tipo potenziale di velocita` o cose simili.
Post by Dario Bressanini
Mi pare ovvio (credo) che anche in
questo caso il gradiente in (0,0) sia nullo, ma come faccio a
dimostrarlo rigorosamente?
Vedi dopo.
Post by Dario Bressanini
Posso comunque "far finta" che esistano due
funzioni (sconosciute) f e g tali che possa scrivere z = f(x,y)*g(x,y) ?
(magari eventualmente moltiplicate per una funzione h(x,y) positiva
ovunque?)
Non hai bisogno di fingere.. mi spiego.

RICERCA DEI PUNTI MULTIPLI delle curve di equazione z=0.

Con riferimento anche al teorema del Dini sulle ff.
implicite, risulta allora evidente che se P0=(x0,y0)
e` un punto multiplo della z=0 [*], allora in P0 devono
essere nulle entrambe le derivate parziali prime.

[*] Cioe` se per esso passano piu` RAMI della curva.

Ps. Nota bene che la F e` del tutto generica, voglio dire
puo` essere algebrica come trascendente eh.
--
Ciao, rez || -- GNU/Linux 2.4.25 su Slackware 9.1 ||
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