Discussione:
aiuto calcolo percentuale
(troppo vecchio per rispondere)
gretsky
2006-09-27 15:47:56 UTC
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una domandina per voi menti geniali

se passo da 2 a 3....ho un incremento del 50%

ma se passo da -23 a +19...che incremento percentuale ho????


grazie
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
McX
2006-09-27 20:02:36 UTC
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Post by gretsky
una domandina per voi menti geniali
se passo da 2 a 3....ho un incremento del 50%
ma se passo da -23 a +19...che incremento percentuale ho????
grazie
Provo a fare una ipotesi ( la cosa mi incuriosisce ) :

Dato un numero x=100 dire un aumento del 20% si intende fare questa
operazione

x+(20/100)*x = 120

Il fatto che ci sia un meno, ci deve far pensare che dobbiamo definire
un "senso" alle parole incremento e diminuzione. Un po' come in fisica,
che si puo' definire l'accelerazione di gravità negativa, solo dopo aver
fissato un sistema di riferimento appropriato.

Rispetto a un numero negativo, un incremento puo' essere sia un
incremento in senso negativo ( da -23 a -25 si incrementa il valore
assoluto, ma è meglio avere un debito di 23 euro che uno di 25 ), sia
considerando invece una DIMINUZIONE del valore assoluto fino ad arrivare
allo 0.

Quindi da -23 a +19 ci sono (23+19)=42. Rispetto al valore assoluto di
23 si ha un incremento (in senso negativo) del -182,6%. Riassumendo

x=-23

x+(-1826/1000)*x = 19 (quasi)

Puo' essere un ragionamento corretto ?
Emiliano
2006-09-28 10:07:10 UTC
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Post by McX
23 si ha un incremento (in senso negativo) del -182,6%. Riassumendo
Effettivamente però sembra un'incremento positivo.... Meglio avere -23 Euro
o +19 Euro? :))
Emiliano.
McX
2006-09-28 14:52:08 UTC
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Post by Emiliano
Post by McX
23 si ha un incremento (in senso negativo) del -182,6%. Riassumendo
Effettivamente però sembra un'incremento positivo.... Meglio avere -23 Euro
o +19 Euro? :))
Emiliano.
il problema è il significato di "incremento" incremento del debito o
diminuzione del debito e incremento del credito ?
Coso
2006-09-28 17:17:38 UTC
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Guardando il dito o seguendo la luna, "McX" ha scritto [Wed, 27 Sep 2006
Post by McX
Quindi da -23 a +19 ci sono (23+19)=42. Rispetto al valore assoluto di
23 si ha un incremento (in senso negativo) del -182,6%. Riassumendo
x=-23
x+(-1826/1000)*x = 19 (quasi)
Puo' essere un ragionamento corretto ?
Lo è! :-)

Poi si potrebbe discutere sull'utilità delle percentuali in casi
simili... a mio avviso si usano spesso più per nascondere che per
rivelare, ma questa mia è solo chiacchiera.

Ciao ciao
Claudio
Festen
2006-09-28 19:15:44 UTC
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Post by gretsky
se passo da 2 a 3....ho un incremento del 50%
ma se passo da -23 a +19...che incremento percentuale ho????
(Azzardo) secondo me nel tuo caso non ha senso parlare di incremento
percentuale. Puoi dirci cosa sono -23 e +19?
gretsky
2006-09-29 05:45:15 UTC
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Post by Festen
Post by gretsky
se passo da 2 a 3....ho un incremento del 50%
ma se passo da -23 a +19...che incremento percentuale ho????
(Azzardo) secondo me nel tuo caso non ha senso parlare di incremento
percentuale. Puoi dirci cosa sono -23 e +19?
...sono utili di bilancio, e' tempo di cda semestrali per le
aziende...e leggevo qua e là le varie performance....

es:
pinco spa.... utile 2006 di 3 euro con un incremento del 50% rispetto
all'utile di 2 euro del 2005
...e fino a qui tutto chiaro

pero' vedevo che le società che passavano da perdita d'esercizio ad
utile non indicavano la percentuale....
pallo spa... utile 2006 di 19 euro....."in forte cresita" rispetto ai
-23 euro del 2005

mi domandavo appunto se fosse possibile calcolare tale
percentuale...anche se di incremento è difficile parlare intermini
assoluti......non incrementa la perdita!!!!....passa da perdita ad
utile

il calcolo di McX mi da un numero negativo....come puo' essere....???
McX
2006-09-29 07:40:47 UTC
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Post by gretsky
il calcolo di McX mi da un numero negativo....come puo' essere....???
Puo' essere perchè in questo caso abbiamo inteso per "incremento" ( e
sono già tre volte che lo dico )(-.-), l'incremento del DEBITO, quindi
è ovvio che se il DEBITO diminuisce, la percentuale è negativa.
fm2766
2006-09-29 13:18:46 UTC
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Post by McX
Post by gretsky
il calcolo di McX mi da un numero negativo....come puo' essere....???
Puo' essere perchè in questo caso abbiamo inteso per "incremento" ( e
sono già tre volte che lo dico )(-.-), l'incremento del DEBITO, quindi
è ovvio che se il DEBITO diminuisce, la percentuale è negativa.
Concordo. Un *incremento del debito* va, per esempio da -15 a -16, una
*diminuzione del debito* da da -15 a -14, oppure da -15 a 0, o ancora da
-15 a +21.
Sebastiano Silla
2006-09-29 14:17:40 UTC
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Io mi chiederei anche...

E se passo da 0 euro ad avere 10 centesimi, che incremento percetuale
ho?

Ma avrà proprio tanto senso?

eheheheeh...

ciao belli!
Seb.
fm2766
2006-09-29 18:07:49 UTC
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Post by Sebastiano Silla
Io mi chiederei anche...
E se passo da 0 euro ad avere 10 centesimi, che incremento percetuale
ho?
L'incremento percentuale da una quota x ad una quota y è data dalla formula
inc%=((y-x)/x)*100%
Se x=0, si può rispondere facendo il limite
lim_x->0 ((y-x)/x)*100%.

Ricordo che questo limite è giustificato, poiché svolgerlo significa
procedere per passi successivi, ponendo prima x=1, poi x=0.1, poi
x=0.01, poi ... , poi 0.000...0001.
Post by Sebastiano Silla
Ma avrà proprio tanto senso?
tanto, forse no, ma tant'è...
Post by Sebastiano Silla
eheheheeh...
Ride bene chi ride ultimo ... :-)
Post by Sebastiano Silla
ciao belli!
Seb.
Ciao.
Sebastiano Silla
2006-09-29 20:13:56 UTC
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A te sembra che io rida, ma non rido affatto.

ma non ti sei chiesto che esprimere in "percentuale" il fatto di
"passare dalla quota x=0 alla quota y>0" richiede concettualmente una
nuova definizione di quello che voi chiamate "variazione percentuale"?

E che significherebbe dire "infinito per cento" ?

E poi dire "questo limite è giustificato"... Da cosa, da chi, da te?

Forse per me ha senso definire una "variazione percentuale", passando
dalla "quota" x alla "quota" y, solo quando x è diverso da 0.
Poi, semmai, quando x=0 iniziano i problemi.. E se proprio siamo
convinti di descrivere qualcosa di importante, allora vale la pena di
scardinare "la vecchia" definizione e genralizzare, forse...

Forse io non ho neanche pensato al fatto di "tendere" a 0. Io ho detto:
la mia ricchezza iniziale è 0 e poi ne ho una che è 10 centesimi.
Allora perché dovrei ora pensare di avere prima "x=1, poi x=0.1, poi
x=0.01, poi ... , poi 0.000...0001" ?
Io ho detto di avere x=0 euro e di passare ad y=0,1 euro.
E perché ora dovrei pensare che all'inizio la mia variazione
percentuale è (0.1 - 1) / 0.1 = -9%, poi (0,1 - 0,1)/0,1 = 0%, e così
via?

La risposta trovala da te... Ma forse quello che sembra tanto semplice,
merita una profonda riflessione..

ciao ciao.
Sebastiano

PS. Tu dici: "forse non ha senso, ma tant'è"... Io ti dico, che sei tu
a definire un nuovo concetto (non è che lui [esso], il concetto, sta
lì e tu lo scopri...)
fm2766
2006-09-29 23:08:31 UTC
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Post by Sebastiano Silla
A te sembra che io rida, ma non rido affatto.
Va bè, allora mi sono sbagliato. Allora cosa intendi con "eheheheeh... "?
Ps: ti ho risposto con la faccina, non volevo offendere, ma solo
scherzare. Mi dispiace se te la sei presa.
Post by Sebastiano Silla
ma non ti sei chiesto che esprimere in "percentuale" il fatto di
"passare dalla quota x=0 alla quota y>0" richiede concettualmente una
nuova definizione di quello che voi chiamate "variazione percentuale"?
Infatti, non ha senso, come non ha senso dividere per 0. Le variazioni
percentuali (y-x)/x (lasciamo perdere il 100 ed il simbolo di
percentuale per ora) sono importanti in quanto si misura il numeratore
(y-x) in unità del denominatore (x). E' questo il significato di
variazione relativa (e con lievi modifiche, di variazione percentuale).
Se x=0, il rapporto (e quindi la percentuale) non ha più senso. Possiamo
*provare* a dare un senso ("Se x=0, si può rispondere facendo il limite
...", e "tanto, forse no, ma tant'è..."), ma osserviamo che, pure se
facessimo il limite, verrebbe fuori un "non numero" (un NaN, un infinito).
Post by Sebastiano Silla
E che significherebbe dire "infinito per cento" ?
Non ho mai scritto "infinito per cento". Forse ti riferisce a:
"L'incremento percentuale ... è data dalla formula inc%=..."? *inc%* è
l' *inc* -remento percentuale ( *%* ).
Se invece ti riferisci al risultato del limite, bé, ciò esula dai miei
intenti. Di proposito non ho risolto il limite!
Post by Sebastiano Silla
E poi dire "questo limite è giustificato"... Da cosa, da chi, da te?
E' il modo con cui si spiega solitamente cos'è un limite. Non l'ho mica
inventato io! Non ho mica detto che ha un certo valore numerico. Né ho
detto che "si dimostra che è equivalente a qualcosa". Ho solo dato un
argomento di plausibilità sull'uso del limite, ne ho giustificato l'uso.
Non ne ho dimostrato l'equivalenza con qualcosa.
Post by Sebastiano Silla
Forse per me ha senso definire una "variazione percentuale", passando
dalla "quota" x alla "quota" y, solo quando x è diverso da 0.
Anche per me. Altrimenti sorgono problemi con l'unità (che, ripeto, è
rappresentata dal denominatore) rispetto alla quale il numeratore è
misurato.
Post by Sebastiano Silla
Poi, semmai, quando x=0 iniziano i problemi.. E se proprio siamo
convinti di descrivere qualcosa di importante, allora vale la pena di
scardinare "la vecchia" definizione e genralizzare, forse...
Non credo serva, nell'ottica di quanto detto sopra.
Post by Sebastiano Silla
la mia ricchezza iniziale è 0 e poi ne ho una che è 10 centesimi.
Allora perché dovrei ora pensare di avere prima "x=1, poi x=0.1, poi
x=0.01, poi ... , poi 0.000...0001" ?
Io ho detto di avere x=0 euro e di passare ad y=0,1 euro.
E perché ora dovrei pensare che all'inizio la mia variazione
percentuale è (0.1 - 1) / 0.1 = -9%, poi (0,1 - 0,1)/0,1 = 0%, e così
via?
Era solo un modo per giustificare la "possibile" sostituzione di un
valore con un limite. Sostituzione che ritengo inutile, come dicevo in
maniera forse un pò troppo criptica, con la frase: ""forse non ha senso,
ma tant'è ...".
Post by Sebastiano Silla
La risposta trovala da te... Ma forse quello che sembra tanto semplice,
merita una profonda riflessione..
Sono d'accordo, ma forse sono stato più criptico del dovuto, facendo
intendere il contrario di quel che volevo dire.
Post by Sebastiano Silla
ciao ciao.
Sebastiano
PS. Tu dici: "forse non ha senso, ma tant'è"... Io ti dico, che sei tu
a definire un nuovo concetto (non è che lui [esso], il concetto, sta
lì e tu lo scopri...)
Come tutto in matematica, peraltro.

Spero sia più chiaro ora ciò che intendevo nel post precedente.

Né volevo suscitare l'acredine che mi pare trasparire dalla tua risposta
(spero tuttavia di aver capito male il tono...). La mia voleva essere
più che altro una risposta, diciamo così, goliardica. Per quello non ero
entrato nel dettaglio in molti punti, come in: "forse non ha senso, ma
tant'è...".

Ciao.
Sebastiano Silla
2006-09-30 11:21:01 UTC
Permalink
Ma che acredine.. uno scrive "ehehe" e l'altro pensa che muori dal
ridere, poi scrivi "da te?" e l'altro pensa che te la sei presa... Ma
dai! Se inizio a prendermela per queste robe...

In ogni caso riflettevo su quello strano modo di mettere i limiti come
il prezzemolo..
secondo me il problema è proprio lì. Questo motivava la mia iniziale
domandina "e se x=0?"

Guarda ti dò un indizio:
tu chiedi a qualcuno se si possa dividere per 0, e ti viene risposto:
"bhè ... mmm... comunque se calcolo il limite... magari posso..."
Questo è sbagliato. Un conto è calcolare quella operazione ed un
conto è considerare un limite. Un conto è operare tra due numeri ed
un conto è pensare che quei due numeri siano in effetti delle funzioni
(magari pure con una certa regolarità).. chi ha parlato di funzioni?

Allora:

1) Definisco "variazione relativa" da x diverso da 0 ad y, il numero
k = (y-x)/x

2) Osservo che non ha senso parlare di variazione relativa se x = 0.


Ora, perche devo andare a pensare ai limiti? Chi sta parlando di
limiti? fino ad ora ho mai scritto lim...?

Io sono stato provocatorio.. Ho scritto nel post dell'altro giorno "E
se x fosse nullo?"
E quello che mi turba è osservare che generalmente, invece di ottenere
una semplice risposta del tipo: "Bhè, mettiti l'anima in pace, non ha
senso dire variazione relativa se la prima quota è nulla"...
generalmente, invece, ti viene risposto: "si ma se allora cosideri un
limite, vedi che si può definire... per dare un senso a...", ma chi
l'aveva chiesto? :))

L'obiettivo nel creare una teoria non è dare senso ad ogni cosa...

comunque la finisco qui... stavo giocherellando per vedere: "vuoi
vedere che viene fuori il limite!!!" .... eheheeh ... In ogni caso non
parlo mai con acredine, ma è vero che se scrivo "Da cosa, da chi, da
te?" magari io sto immaginando di parlare come se fossimo al bar, e tu
lo interpreti male (magari lo interpreterei male anche io)... questo è
il brutto di poter scrivere e basta...

ciao ciao, take it easy.
Seb.
AP
2006-09-30 20:21:53 UTC
Permalink
"Sebastiano Silla" <***@gmail.com> ha scritto nel messaggio news:***@i42g2000cwa.googlegroups.com...


<In ogni caso riflettevo su quello strano <modo di mettere i limiti come
<il prezzemolo..
<secondo me il problema è proprio lì. <Questo motivava la mia iniziale
<domandina "e se x=0?"

Il limite è lecito se mi chiedo qual'è la variazione % da una quantità
(direi di evitare le monete che sono "discrete", e quindi poco adatte)
epsilon piccola a piacere (e qui il 'piccolo' posso solo immaginarmelo :-))
e una quantità k. Ma se dico che passo da 0 a k, il limite, come giustamente
sottolinei, nun ce stà proprio :-) Non ha senso.
Ma la domanda originaria era un'altra: se passo da -2 a +2, che var. % ho
ottenuto?
In certe circostanze potrebbe avere senso ragionare così:
(+2 - (-2) / |-2|)*100 = 4/2*100 = 200%
esempio:
se passo da una un guadagno di 100 euro a uno di 120 ho +20% e,
analogamente, se passo da una perdita di -20 euro a utile di 10 euro, dovrei
avere avuto una var. +150%.
Che dici?

<Guarda ti dò un indizio:
<tu chiedi a qualcuno se si possa dividere <per 0, e ti viene risposto:
<"bhè ... mmm... comunque se calcolo il <limite... magari posso..."

Bè, non proprio tutti tutti :-) :-)
Però ti faccio un banale esempio letto su un testo qualche tempo fa di
limite lecito ma con successiva interpretazione assurda.
Y = C + I
C = cY 0 < c < 1
Y = I/(1-c)
Lim I/(1-c) => oo
c-> 1
Interpretazione economica: qualsiasi livello di offerta troverà sempre un
correlativo livello di domanda effettiva (e già qui...), e quindi il sistema
può crescere indefinitamente. Peccato che quello sopra è la più banale
formalizzazione del modello keynesiano STATICO, mentre le implicazioni
successive (l'interpretazione) sono dinamiche. c tende a uno in quel
particolare tempo LOGICO, e non credo sia lecito fare estrapolazioni così
allegre sul sentiero dinamico del sistema, dato peraltro che c è una
variabile esogena (a meno di non assumere EPLICITAMEMTE che c rimanga
costante nel tempo)!!! Tuttavia, dato che nella teoria generale si assume
esplicitamente che C = f (Y) f'>0 f''<0, già la linearizzazione della f
dovrebbe essere "maneggiata" con cura e può essere utile a scopi didattici.
Farle assumere connotazioni "taumaturgiche", come in questo caso, è invece
un reato grave :-) :-) Oddio, mai dire mai: ma quella "roba lì" non c'entra
niente con la teoria generale, è una libera interpretazione di chi ha
scritto quel discutibile testo...
tu che ne pensi?
Sebastiano Silla
2006-10-02 16:13:28 UTC
Permalink
Io dico che passare dal considerare un x reale positivo a trattare con
un x diverso da zero, solleva molte perplessità...

Supponiamo di dare la seguente definizione: chiamo variazione
percentuale, passando da x (diverso da zero) ad y, il numero v :=
(y-x)/|x|........

----> MA (PROBLEMA) una tale definizione ANCHE SE può andar bene dal
punto di vista analitico (perché si "possono far conti", non si divide
per zero, ...), bisogna capire se continua a "funzionare" come quando
la nostra analisi era limitata ai numeri x>0.
Cosa si perde, cosa si guadagna se si "generalizza" il concetto di
variazione relativo al caso x diverso da zero?

Ad esempio, se x è diverso da zero si può verificare il seguente
problema (molto subdolo se ci si pensa) che tu stesso proponi:
pur essendo x<y, si ha che |x| > y... Questo è qualcosa su cui occorre
meditare... Guarda bene che inoltre se x è negativo si ha pure |x| > x
.......

ATTENZIONE: Quando scriviamo v=(10 - (-20))/|-20|, stiamo dicendo:
"vogliamo esprimere la variazione assuluta di 30 (da -20 a 10) in
termini di un numero che non corrisponde più al valore iniziale (-20)
ma che è diverso ed anche più grande" ... -20 è PIU' PICCOLO di
20... e allora?? Questo è già un problema...

MA POI si può anche andare avanti e ci si può chiedere, ma perché
voglio calcolare v?

1) dal punto di vista analitico (se x è positivo) è perché voglio
trovare un numero tale che x * v restituisce proprio la variazione in
termini assoluti (y-x).
Da notare che tale proprietà si perde se x è negativo, cioè non è
più vero in generale che conoscendo x e v si può conoscere D := y-x,
dalla formula D=x*v.

2) da un punto di vista grafico quando x è positivo, il segmento sulla
retta dei reali di estremi corrispondenti ai numeri 0 ed x, può
rappresentare una nuova unità di misura.
E se x è negativo??
Questo mi può condurre and un altro problema analitico: si può
pensare che ora si stia ridefinendo l'insieme dei numeri reali positivi
e quindi sto assegnando un diverso ordine in R...

3) Peraltro, se invece non si considerasse il valore assoluto di x,
potremmo ottenere una variazione relativa negativa (questo è un
problema)... ma magari preserverei la proprietà : x*v= y-x

Morale della favola, non c'è una risposta univoca... ci sono solo
tante considerazioni di convenienza...

Ora, che ne penso a prposito dell'esempio economico che mi hai
proposto?
Ti dico solo questo: io mi occupo di "calcolo delle probabilità" e in
particolare di "controllo ottimo stocastico" e quando vedo certe robe
dove lo statico diventa dinamico e il dinamico bhò.........

ciao ciao.
Seb.
AP
2006-10-02 17:30:36 UTC
Permalink
"Sebastiano Silla" <***@gmail.com> ha scritto nel messaggio news:***@i3g2000cwc.googlegroups.com...
<Io dico che passare dal considerare un x <reale positivo a trattare con
<un x diverso da zero, solleva molte <perplessità...

Concordo.

<Supponiamo di dare la seguente definizione: <chiamo variazione
<percentuale, passando da x (diverso da <zero) ad y, il numero v :=
<(y-x)/|x|........

<----> MA (PROBLEMA) una tale <definizione ANCHE SE può andar bene <dal
<punto di vista analitico (perché si "possono <far conti", non si divide
<per zero, ...), bisogna capire se continua a <"funzionare" come quando
<la nostra analisi era limitata ai numeri x>0.
<Cosa si perde, cosa si guadagna se si <"generalizza" il concetto di
<variazione relativo al caso x diverso da <zero?

Dipende dal contesto, direi. La questione è molto semplice: o limitiamo la
definizione (di var. %) al caso x >0, oppure introduciamo, in questo caso
"delicato", una definizione operativa. E' una convenzione, direi.


<Ad esempio, se x è diverso da zero si può <verificare il seguente
<problema (molto subdolo se ci si pensa) <che tu stesso proponi:
<pur essendo x<y, si ha che |x| > y... Questo <è qualcosa su cui occorre
<meditare... Guarda bene che inoltre se x è <negativo si ha pure |x| > x

Mmmm.. ripercorriamo l'esempio.
Da una perdita di -10 passo ad un utile di 10: differenza +20. Sul
denominatore non ho problemi... Ora, se applico la definizione di %, dovrei
dividere per -10, ottenendo un risultato di -200%. In generale, dati
a<0,b>0,
le definizioni:
(b-a)/a e (b-a)/|a| differiscono solo per il segno. La questione è legata
alla quantità di informazione e al grado di indecidibilità che essa
manifesta circa la dinamica del sistema. Se io avessi questa proposizione
(passando da una perdita di -10 ad un utile di 10, ed applicando la formula
"tradizionale"):
"il risultato netto della Spizzichini S.p.A ha subito una variazione
del -200%", penserei ad una catastrofe!!!! Eppure, accidenti, da una perdita
sono tornato in utile!!!
Con una definizione operativa basata sul rapporto con il modulo di a,
otterrei:
"il risultato netto della Spizzichini S.p.A ha subito una variazione del
+200%", la cosa sarebbe diversa :-) Il valore assoluto non cambia: si
modifica solo il segno che segue le regole delle convenzioni sociali. Da un
punto di vista semantico, la definizione tradizionale è incompleta, e se
dovessi prendere una decisione sulla basse di quella informazione sarei
costretto a tirare una moneta: si è ridotto il mio utile o sono passato da
un utile a una perdita (da una temperatura negativa ad una positiva, da un
rapporto di debito ad uno di credito, etc.).
.......

<ATTENZIONE: Quando scriviamo v=(10 <- (-20))/|-20|, stiamo dicendo:
<"vogliamo esprimere la variazione assuluta <di 30 (da -20 a 10) in
<termini di un numero che non corrisponde <più al valore iniziale (-20)
<ma che è diverso ed anche più grande" ... -<20 è PIU' PICCOLO di
<20... e allora?? Questo è già un problema...

Vedi sopra. Varia solo il segno non la "magnitudo" del fenomeno, ma almeno
evito l'incompletezza informativa :-)

<MA POI si può anche andare avanti e ci si <può chiedere, ma perché
<voglio calcolare v?

<1) dal punto di vista analitico (se x è <positivo) è perché voglio
<trovare un numero tale che x * v restituisce <proprio la variazione in
<termini assoluti (y-x).
<Da notare che tale proprietà si perde se x è <negativo, cioè non è
<più vero in generale che conoscendo x e v <si può conoscere D := y-x,
<dalla formula D=x*v.

Vedi sopra.

<2) da un punto di vista grafico quando x è <positivo, il segmento sulla
<retta dei reali di estremi corrispondenti ai <numeri 0 ed x, può
<rappresentare una nuova unità di misura.
<E se x è negativo??
<Questo mi può condurre and un altro <problema analitico: si può
<pensare che ora si stia ridefinendo l'insieme <dei numeri reali positivi
<e quindi sto assegnando un diverso ordine <in R...

Sì, ma esprimo (b-a) in termini di a: il segmeto 0<>a e -a<>0 differisce
solo in modulo. Il problema è quello operativo dell'informazione che voglio
trasmettere. Su questo vedi sopra: secondo me, pur convenzionale che sia, il
rapporto con il modulo è operativo per l'esempio citato.



<3) Peraltro, se invece non si considerasse il <valore assoluto di x,
<potremmo ottenere una variazione relativa <negativa (questo è un
<problema)... ma magari preserverei la <proprietà : x*v= y-x

<Morale della favola, non c'è una risposta <univoca... ci sono solo
<tante considerazioni di convenienza...

Concordo in pieno. Bisogna ingegnarsi, in funzione del problema che si deve
risolvere :-)

<Ora, che ne penso a prposito dell'esempio <economico che mi hai
<proposto?
<Ti dico solo questo: io mi occupo di <"calcolo delle probabilità" e in
<particolare di "controllo ottimo stocastico" <e quando vedo certe robe
<dove lo statico diventa dinamico e il <dinamico bhò.........

Bello come campo...

ciao ciao.
Seb.
AP
2006-10-02 17:37:30 UTC
Permalink
Post by AP
<Io dico che passare dal considerare un x <reale positivo a trattare con
<un x diverso da zero, solleva molte <perplessità...
Concordo.
<Supponiamo di dare la seguente definizione: <chiamo variazione
<percentuale, passando da x (diverso da <zero) ad y, il numero v :=
<(y-x)/|x|........
<----> MA (PROBLEMA) una tale <definizione ANCHE SE può andar bene <dal
<punto di vista analitico (perché si "possono <far conti", non si divide
<per zero, ...), bisogna capire se continua a <"funzionare" come quando
<la nostra analisi era limitata ai numeri x>0.
<Cosa si perde, cosa si guadagna se si <"generalizza" il concetto di
<variazione relativo al caso x diverso da <zero?
Dipende dal contesto, direi. La questione è molto semplice: o limitiamo la
definizione (di var. %) al caso x >0, oppure introduciamo, in questo caso
"delicato", una definizione operativa. E' una convenzione, direi.
<Ad esempio, se x è diverso da zero si può <verificare il seguente
<pur essendo x<y, si ha che |x| > y... Questo <è qualcosa su cui occorre
<meditare... Guarda bene che inoltre se x è <negativo si ha pure |x| > x
Mmmm.. ripercorriamo l'esempio.
Da una perdita di -10 passo ad un utile di 10: differenza +20. Sul
denominatore non ho problemi... Ora, se applico la definizione di %,
dovrei dividere per -10, ottenendo un risultato di -200%. In generale,
dati a<0,b>0,
(b-a)/a e (b-a)/|a| differiscono solo per il segno. La questione è legata
alla quantità di informazione e al grado di indecidibilità che essa
manifesta circa la dinamica del sistema. Se io avessi questa proposizione
(passando da una perdita di -10 ad un utile di 10, ed applicando la
"il risultato netto della Spizzichini S.p.A ha subito una variazione
del -200%", penserei ad una catastrofe!!!! Eppure, accidenti, da una
perdita sono tornato in utile!!!
Con una definizione operativa basata sul rapporto con il modulo di a,
"il risultato netto della Spizzichini S.p.A ha subito una variazione del
+200%", la cosa sarebbe diversa :-) Il valore assoluto non cambia: si
modifica solo il segno che segue le regole delle convenzioni sociali. Da
un punto di vista semantico, la definizione tradizionale è incompleta, e
se dovessi prendere una decisione sulla basse di quella informazione sarei
costretto a tirare una moneta: si è ridotto il mio utile o sono passato da
un utile a una perdita (da una temperatura negativa ad una positiva, da un
rapporto di debito ad uno di credito, etc.).
.......
<"vogliamo esprimere la variazione assuluta <di 30 (da -20 a 10) in
<termini di un numero che non corrisponde <più al valore iniziale (-20)
<ma che è diverso ed anche più grande" ... -<20 è PIU' PICCOLO di
<20... e allora?? Questo è già un problema...
Vedi sopra. Varia solo il segno non la "magnitudo" del fenomeno, ma almeno
evito l'incompletezza informativa :-)
<MA POI si può anche andare avanti e ci si <può chiedere, ma perché
<voglio calcolare v?
<1) dal punto di vista analitico (se x è <positivo) è perché voglio
<trovare un numero tale che x * v restituisce <proprio la variazione in
<termini assoluti (y-x).
<Da notare che tale proprietà si perde se x è <negativo, cioè non è
<più vero in generale che conoscendo x e v <si può conoscere D := y-x,
<dalla formula D=x*v.
Vedi sopra.
<2) da un punto di vista grafico quando x è <positivo, il segmento sulla
<retta dei reali di estremi corrispondenti ai <numeri 0 ed x, può
<rappresentare una nuova unità di misura.
<E se x è negativo??
<Questo mi può condurre and un altro <problema analitico: si può
<pensare che ora si stia ridefinendo l'insieme <dei numeri reali positivi
<e quindi sto assegnando un diverso ordine <in R...
Sì, ma esprimo (b-a) in termini di a: il segmeto 0<>a e -a<>0 differisce
solo in modulo. Il problema è quello operativo dell'informazione che
voglio trasmettere. Su questo vedi sopra: secondo me, pur convenzionale
che sia, il rapporto con il modulo è operativo per l'esempio citato.
<3) Peraltro, se invece non si considerasse il <valore assoluto di x,
<potremmo ottenere una variazione relativa <negativa (questo è un
<problema)... ma magari preserverei la <proprietà : x*v= y-x
<Morale della favola, non c'è una risposta <univoca... ci sono solo
<tante considerazioni di convenienza...
Concordo in pieno. Bisogna ingegnarsi, in funzione del problema che si
deve risolvere :-)
<Ora, che ne penso a prposito dell'esempio <economico che mi hai
<proposto?
<Ti dico solo questo: io mi occupo di <"calcolo delle probabilità" e in
<particolare di "controllo ottimo stocastico" <e quando vedo certe robe
<dove lo statico diventa dinamico e il <dinamico bhò.........
Bello come campo...
Ci sono due refusi:
sono passato da una perdita a un utile e
... con il numeratore non ho problemi (nel senso che il modulo lo metto al
denomnatore)...

fm2766
2006-09-30 23:26:17 UTC
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Post by Sebastiano Silla
Ma che acredine.. uno scrive "ehehe" e l'altro pensa che muori dal
ridere, poi scrivi "da te?" e l'altro pensa che te la sei presa... Ma
dai! Se inizio a prendermela per queste robe...
Meno male :-)
Post by Sebastiano Silla
In ogni caso riflettevo su quello strano modo di mettere i limiti come
il prezzemolo..
secondo me il problema è proprio lì. Questo motivava la mia iniziale
domandina "e se x=0?"
"bhè ... mmm... comunque se calcolo il limite... magari posso..."
Questo è sbagliato. Un conto è calcolare quella operazione ed un
conto è considerare un limite. Un conto è operare tra due numeri ed
un conto è pensare che quei due numeri siano in effetti delle funzioni
(magari pure con una certa regolarità).. chi ha parlato di funzioni?
1) Definisco "variazione relativa" da x diverso da 0 ad y, il numero
k = (y-x)/x
2) Osservo che non ha senso parlare di variazione relativa se x = 0.
Ora, perche devo andare a pensare ai limiti? Chi sta parlando di
limiti? fino ad ora ho mai scritto lim...?
Io sono stato provocatorio.. Ho scritto nel post dell'altro giorno "E
se x fosse nullo?"
E quello che mi turba è osservare che generalmente, invece di ottenere
una semplice risposta del tipo: "Bhè, mettiti l'anima in pace, non ha
senso dire variazione relativa se la prima quota è nulla"...
generalmente, invece, ti viene risposto: "si ma se allora cosideri un
limite, vedi che si può definire... per dare un senso a...", ma chi
l'aveva chiesto? :))
Va bbè, ma l'avevo detto che non aveva senso, e che non l'avrebbe avuta
nemmeno considerando il limite.
"
Post by Sebastiano Silla
Ma avrà proprio tanto senso?
tanto, forse no, ma tant'è...
"
Post by Sebastiano Silla
L'obiettivo nel creare una teoria non è dare senso ad ogni cosa...
comunque la finisco qui... stavo giocherellando per vedere: "vuoi
vedere che viene fuori il limite!!!" .... eheheeh ... In ogni caso non
parlo mai con acredine, ma è vero che se scrivo "Da cosa, da chi, da
te?" magari io sto immaginando di parlare come se fossimo al bar, e tu
lo interpreti male (magari lo interpreterei male anche io)... questo è
il brutto di poter scrivere e basta...
Hai ragione, leggere suscita sensazioni diverse da ascoltare. E talvolta
possono essere errate. E sono lieto di aver frainteso.
Post by Sebastiano Silla
ciao ciao, take it easy.
Seb.
Ciao.
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