Post by ex-matematicoPost by TetisSe div(B) = 0 allora esiste A tale che rot(A) = B.
Fatte le debite traduzioni nel linguaggio delle forme differenziali tramite
scelta di un orientamento e dualita' di Hodge, quanto dici equivale a dire
che ogni 2-forma differenziale chiusa e' esatta, ovvero che il secondo
spazio di coomologia reale e' zero. La cosa non e' vera in generale.
Grazie. Sono consapevole di questo.
Ma in questo caso non stavo pensando a forme su varietà sconosciute,
ma a forme concrete in R^n. In effetti è vera globalmente se i
coefficienti della forma sono C^1(R^n) e mi pare che la condizione possa
essere indebolita, sia rispetto alla condizione di regolarità: nel senso che
basta che gli integrali delle forme e delle loro derivate siano continui in
un
certo senso, sia rispetto alla topologia del supporto, nel senso della
dualità di De Rham. Ma ho le idee un pò confuse su quest'ultimo punto,
ed in effetti stavo pensando ad una ulteriore domanda di approfondimento.
La propongo dopo qualche esempio:
Nel caso R^3, ad esempio kxr = (-y,x,0) ha divergenza nulla
ed è il rotore di (0,0,xy) o anche di (0,0,(x^2-y^2)/2). Poichè la
forma è univocamente determinata a meno di una forma ulteriore
di differenziale nullo, nella fattispecie si vede che il differenziale
esterno di (0,0,(xx-2xy-yy)) è nullo.
In generale se il rotore di un campo è nullo allora
si ottiene facilmente la funzione di cui è gradiente e l'unica condizione è
che la forma integrale delle equazioni differenziali abbia senso. In
concreto, per
trovare di quale funzione un campo indivergente è rotore, conviene passare
per
il duale di Hodge del campo, e quindi ottenere il campo di cui questo è
rotore
integrando la corrispondente forma su un cammino a partire da un punto dove
il valore della forma sia stato assegnato.
Poichè la forma in considerazione ha derivata esterna
nulla risulta che questi integrali dipendono solo dal punto iniziale e dal
punto
finale (per via del teorema di Stokes applicato alle superfici che ammettono
la differenza fra due cammini come bordo) e sono nulli se il punto iniziale
e
finale coincidono. Da notare che nel caso in cui la forma fosse stata
definita in due dimensioni (-y,x) allora questa ha divergenza nulla ed è il
rotore
di (x^2-y^2)/2, definita a meno di una costante, anche se in due dimensioni
è inusuale, questa definizione di rotore è perfettamente definito come duale
di Hodge del differenziale esterno della zero forma. Il differenziale
esterno di
questa forma è xdx-ydy il cui duale di Hodge è xdy-ydx. Notare che passando
da tre dimensioni a due la libertà funzionale della primitiva diminuisce.
Come vedi mi sembra di non avere particolari diffoltà fino a qui.
Tuttavia un dubbio sull'applicazione del teorema di Stokes alle
sottovarietà mi sorge.
La domanda che volevo proporre è questa: supponiamo adesso che
le forme siano ovunque definite in R^n, siano di classe C^1,
eccetto un insieme di punti di codimensione non inferiore a due (ovvero
la forma è definita e di classe C^1 ovunque in un dominio
connesso la cui chiusura coincide con R^n) Come sappiamo, in questo
caso può verificarsi che fra due cammini non si abbia coincidenza delle
forme perchè per applicare il teorema di Stokes si richiede l'assenza di
singolarità nelle derivate, che tuttavia può verificarsi alle frontiere del
dominio
di definizione della forma (detto in altre parole la varietà di definizione
della forma
ha un bordo irriducibile in corrispondenza del punto singolare).
Ora nel caso delle forme definite su un piano
noi sappiamo che nonostante questa difficoltà
esiste un rivestimento della varietà su cui la forma
primitiva è ben definita e continua e c'è una corrispondenza fra le
superfici
di Riemann per le funzioni di una variabile complessa e queste superfici
per le forme differenziali.
Ma come si chiamano queste estensioni nel
caso di R^n? Per un esempio concreto avrei pensato al caso di una
forma singolare lungo un dato cerchio che ha la proprietà che le
circuitazioni
intorno a questo cerchio sono non nulle. E' abbastanza semplice dimostrare
che il valore dell'integrale di circuitazione non dipende comunque dalla
posizione
della circuitazione, purchè questa sia concatenata al cerchio è una costante
che
in un certo senso caratterizza il cerchio. Quello che mi sembra è che se una
forma in R^3 è definita ovunque tranne che in un punto in cui è singolare
allora
può verificarsi che l'integrale di superficie della forma caratterizzi la
singolarità
con un numero costante che non dipende dalla superficie che lo racchiude.
Ora risulta che su ogni dominio aperto la forma può essere vista come
il rotore di un campo vettoriale, ma non ho ancora afferrato, in questo
caso,
quale sia la difficoltà ad estendere la definizione a tutto il dominio di
definizione
della forma, che sussista una difficoltà si vede da questo: se esiste
rot(A)=B
e consideriamo
un tetraedro che contiene il punto di singolarità, risulta che la
circuitazione della primitiva
(il campo il cui rotore uguaglia, ad esempio, il campo elettrico di una
carica)
lungo il perimetro orientato di una faccia del tetraedro è pari al flusso
del
campo (elettrico) attraverso la faccia medesima del tetraedro. La somma
delle
circuitazioni di un campo risulta compensarsi esattamente a zero. Perchè
ogni lato viene percorso due volte ma in versi contrapposti. La somma dei
quattro flussi tuttavia non può essere pari a zero. D'altra parte sembra che
l'integrale della forma aggiunta (una due-forma nel caso dell'aggiunto di
Hodge
in tre dimensioni del campo elettrico) non dipenda dal cammino, per via del
teorema
di Stokes, qualunque sia questo cammino.
In conclusione a me sembra che per potere definire un campo vettoriale il
cui
rotore sia pari ad un assegnato campo indivergente basta che le singolarità
non ostruiscano la riduzione dei loop ad un punto. In altre parole che il
primo gruppo
fondamentale di omotopia, il gruppo dei loop, si riconduca all'identità. Nel
caso
di un cerchio di singolarità in R^3 questo non è vero ed il primo gruppo di
omotopia,
ovvero il gruppo fondamentale è isomorfo a Z. Nel caso del punto singolare è
il
secondo gruppo di omotopia ad essere non banale.
Post by ex-matematicoex-matematico
Post by TetisQuesto risultato generalizza a piu' dimensioni? Ovvero sara'
generalmente vero che se una N-1 forma e' indivergente allora
questa forma e' il differenziale esterno di una N-2 forma?
in tre dimensioni risulta che l'aggiunto di Hodge del differenziale
esterno
Post by Tetisdi A uguaglia l'aggiunto di Hodge della forma antisimmetrica associata a
B.
Post by TetisEd in generale pero' se parto da una 1-forma trovo un aggiunto di Hodge
del suo differenziale di dimensione N-2. Ho le idee un po' confuse.
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/