fadeh
2005-10-21 17:09:43 UTC
Ciao a tutti,
studiando Analisi sul Bramanti-Pagani-Salsa (pag 452) mi sono trovato di
fronte a questa frase:
"In generale, se F e' un campo vettoriale irrotazionale in una regione A
qualsiasi (anche non semplicemente connessa), diciamo che due cammini
contenuti in A sono equivalenti per F quando e' possibile deformare con
continuita' l'uno fino a farlo coincidere con l'altro, senza mai uscire da
A.". Conclude sostendendo che il lavoro lungo i due cammini e' lo stesso.
Siccome questa definizione di "cammini equivalenti" mi sembrava piuttosto
brutta sono andato a cercare altro materiale e in alcune dispense del prof
titolare del corso per gli anni precedenti ho trovato:
"Si dice che il cammino f : [a, b] -> R^n e' equivalente al cammino g : [c,
d] -> R^n se esiste un diffeomorfismo p : [c, d] -> [a, b] con p(c) = a,
p(d) = b tale che g = f o p."
Ora, scremando l'essenziale dal formalismo matematico direi che nella prima
definizione l'equivalenza e' legata all'uguaglianza del lavoro lungo i due
cammini. Ma i due cammini possono essere molto diversi (es.: F = (- y / (x^2
+ y^2), x / /x^2 + y^2)), questo campo e' conservativo in tutto R^2 esclusa
l'origine. Per cui il lavoro di un cammino chiuso che non contiene l'origine
e' nullo, mentre il lavoro lungo qualsiasi (forse non proprio qualsiasi...
non ho verificato ma diciamo molti, non e' importante per ora) cammino
chiuso contenente (0, 0) e' sempre uguale a 2pigrego, indipendentemente
dalla "forma" del cammino).
Dalla seconda deduco che: due cammini sono equivalenti se rappresentano la
stessa curva parametrizzata in modi differenti.
Se ho capito bene quindi le due definizioni sono alquanto differenti....
Sono io che non ho capito una fava o c'e' realmente un abuso di notazione?
Ciao,
fadeh
studiando Analisi sul Bramanti-Pagani-Salsa (pag 452) mi sono trovato di
fronte a questa frase:
"In generale, se F e' un campo vettoriale irrotazionale in una regione A
qualsiasi (anche non semplicemente connessa), diciamo che due cammini
contenuti in A sono equivalenti per F quando e' possibile deformare con
continuita' l'uno fino a farlo coincidere con l'altro, senza mai uscire da
A.". Conclude sostendendo che il lavoro lungo i due cammini e' lo stesso.
Siccome questa definizione di "cammini equivalenti" mi sembrava piuttosto
brutta sono andato a cercare altro materiale e in alcune dispense del prof
titolare del corso per gli anni precedenti ho trovato:
"Si dice che il cammino f : [a, b] -> R^n e' equivalente al cammino g : [c,
d] -> R^n se esiste un diffeomorfismo p : [c, d] -> [a, b] con p(c) = a,
p(d) = b tale che g = f o p."
Ora, scremando l'essenziale dal formalismo matematico direi che nella prima
definizione l'equivalenza e' legata all'uguaglianza del lavoro lungo i due
cammini. Ma i due cammini possono essere molto diversi (es.: F = (- y / (x^2
+ y^2), x / /x^2 + y^2)), questo campo e' conservativo in tutto R^2 esclusa
l'origine. Per cui il lavoro di un cammino chiuso che non contiene l'origine
e' nullo, mentre il lavoro lungo qualsiasi (forse non proprio qualsiasi...
non ho verificato ma diciamo molti, non e' importante per ora) cammino
chiuso contenente (0, 0) e' sempre uguale a 2pigrego, indipendentemente
dalla "forma" del cammino).
Dalla seconda deduco che: due cammini sono equivalenti se rappresentano la
stessa curva parametrizzata in modi differenti.
Se ho capito bene quindi le due definizioni sono alquanto differenti....
Sono io che non ho capito una fava o c'e' realmente un abuso di notazione?
Ciao,
fadeh