xennek
2004-12-16 15:23:55 UTC
Ciao a tuttti,
ho un problema con quella che il mio libro chiama "Seconda formula
dell'incremento finito".
Di fatto la formula deriva direttamente dal teorema di Lagrange, ed è
f(b)-f(a)=f'(c)(b-a), con tutte le ipotesi del teorema di L. e dove c
è un punto appartenente all'intervallo (a,b).
Ora, cosa significa che "il punto c dipende dai punti a e b, ma che in
generale tale dipendenza non è esplicita" ???
Secondo: è scritto che questa formula permette di ottenere delle
informazioni sull'incremento f(b)-f(a) della funzione dal
comportamento della funzione f' nell'intervallo [a,b].
Ok, ma io non capisco: se conosco già f', non posso direttamente
dedurne f attraverso una integrazione, in modo da avere tutte le
informazioni che voglio??? Non ci sarebbe nemmeno il problema della
costante di integrazione, dato che ci interessa una differenza (
f(b)-f(a) ).
Terzo, il libro continua dicendo che tale formula può essere usata per
descrivere il comportamento di una funzione nell'intorno di un punto
x0 in modo più preciso rispetto a quanto fatto dalla "prima formula
dell'incremento finito" (che non è altro che la definizione di
differenziale, concetto di cui questo libro proprio non fa parola, non
capisco perchè...), ossia f(x)-f(x0)=f'(x0)(x-x0)+o(x-x0),x->x0
Infatti, dice, "consideriamo una f continua in x0 e derivabile in
tutto un intorno di x0 salvo al più in x0.
Allora, detto x un punto di tale intorno, applicando la Seconda
formula nell'intervallo di estremi x0 e x, si ottiene
DELTAf=f'(P)*DELTAx,
con P compreso tra x0 e x. Tale espressione rappresenta l'incremento
della variabile dipendente DELTAf come se fosse proporzionale
all'incremento della variabile indipendente DELTAx, salvo che il
coefficiente di proporzionalità è il valore della derivata prima in un
punto vicino a x0 ma in generale non noto.
Sinceramente sta cosa mi è poco chiara....
Scusate la lunghezza
ho un problema con quella che il mio libro chiama "Seconda formula
dell'incremento finito".
Di fatto la formula deriva direttamente dal teorema di Lagrange, ed è
f(b)-f(a)=f'(c)(b-a), con tutte le ipotesi del teorema di L. e dove c
è un punto appartenente all'intervallo (a,b).
Ora, cosa significa che "il punto c dipende dai punti a e b, ma che in
generale tale dipendenza non è esplicita" ???
Secondo: è scritto che questa formula permette di ottenere delle
informazioni sull'incremento f(b)-f(a) della funzione dal
comportamento della funzione f' nell'intervallo [a,b].
Ok, ma io non capisco: se conosco già f', non posso direttamente
dedurne f attraverso una integrazione, in modo da avere tutte le
informazioni che voglio??? Non ci sarebbe nemmeno il problema della
costante di integrazione, dato che ci interessa una differenza (
f(b)-f(a) ).
Terzo, il libro continua dicendo che tale formula può essere usata per
descrivere il comportamento di una funzione nell'intorno di un punto
x0 in modo più preciso rispetto a quanto fatto dalla "prima formula
dell'incremento finito" (che non è altro che la definizione di
differenziale, concetto di cui questo libro proprio non fa parola, non
capisco perchè...), ossia f(x)-f(x0)=f'(x0)(x-x0)+o(x-x0),x->x0
Infatti, dice, "consideriamo una f continua in x0 e derivabile in
tutto un intorno di x0 salvo al più in x0.
Allora, detto x un punto di tale intorno, applicando la Seconda
formula nell'intervallo di estremi x0 e x, si ottiene
DELTAf=f'(P)*DELTAx,
con P compreso tra x0 e x. Tale espressione rappresenta l'incremento
della variabile dipendente DELTAf come se fosse proporzionale
all'incremento della variabile indipendente DELTAx, salvo che il
coefficiente di proporzionalità è il valore della derivata prima in un
punto vicino a x0 ma in generale non noto.
Sinceramente sta cosa mi è poco chiara....
Scusate la lunghezza